Tutte tracce di una memoria febbrile e vigile, elaborate in un caleidoscopio di sensazioni che danno vita ad una narrazione che avviene attraverso il medium a lui più congeniale: l'arte". Ed è lo stesso autore a chiarire, nell'introduzione del catalogo strutturato come un vecchio quaderno delle elementari, la sua mission: "Dalla prima guerra mondiale, all'Aids, ritenuto negli anni Ottanta la giusta punizione per i "peccatori", con una modalità che altro non è stato che un atto dittatoriale volto al controllo delle masse e finalizzato a limitare le libertà individuali, altrimenti non giustificabili. Vi presento il 1900, di cui possiamo essere giudici, ma riflettiamo sul presente di cui siamo protagonisti". In un percorso emozionale, Pirretti in scena i "Teatri dell'Orrore", come Erminia Pellecchia ha definito questo lavoro etico-estetico-epico che scuote le coscienze e invita alla riflessione. "Otto opere - sottolinea la giornalista e critica d'arte - che raccontano un delirio collettivo perennemente in agguato. L'artista non vuole provocare una semplice, fugace indignazione, bensì coinvolgerci in una riflessione sulla "distruzione della ragione" in un secolo nato nel segno del progresso, con le sue rivoluzioni scientifiche e sociali, e degenerato, poi, in assoluta follia. Tommaso Pirretti fa proprio il pensiero del Resnais di "Notte e Nebbia":
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