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Linea e forma: mostra personale di Bruno Cinque

Sale delle Terrazze del Castel dell'Ovo

13 - 29 gennaio 2013 ore 17.00

In questa mostra l'artista presenta una carrellata di disegni e composizioni grafiche realizzati dal 1974 al 2012. Le opere presentate sono realizzate su carta e cartoncino e celebrano la bellezza della figura tra linea e forma.
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È finalmente sotto gli occhi dei suoi numerosi estimatori la produzione artistica di Cimbru, frutto di un'elaborazione al tempo stesso grafica e pittorica portata avanti nel tempo con assiduità, sul filo di una ricerca espressiva profonda che egli ben esprime con mano ferma e con tratto sicuro. Infatti, proprio la disinvolta padronanza di molteplici tecniche consente a Bruno Cinque di rendere l'osservatore pienamente partecipe del fermento creativo - quasi caleidoscopico - alla base della sua produzione.
Nella produzione di Cinbru le riscritture e i déjà-vu di alcuni noti tópoi della grafica contemporanea non sono copie bensì letture personalissime e coinvolgenti di visioni che ognuno di noi si porta dentro da sempre e che ognuno di noi vorrebbe - se solo ne avesse le capacità espressive - ricreare sulla carta e sulla tavolozza. Dalle forme opime e spesso possenti delle sensualissime creole che connotano la sua poetica fino al tratto meticoloso, sottile e padroneggiato col quale egli disegna e dipinge, dalle schiere oniriche delle bagnanti in mille e mille pose fino a chiome, toupets, criniere e code di cavallo tutti particolarissimi per foggia e per dettaglio, la produzione di Bruno Cinque cattura il nostro immaginario e fa nascere in noi tutti ricordi o desideri, affiorare sinestesie e immagini dimenticate.
Il giallo dei limoni ischitani riecheggia in maniera saporosa e solare nella carnagione dorata delle dinoccolate baccanti che si affollano a comporre sfondi onirici e ad abitare improbabili labirinti alla Escher, mentre l'onnipresente rossetto sta a celare un broncio o a svelare ineffabili voglie di donna. Pur se bellicose amazzoni ci distraggono cavalcano destrieri dal dorso accogliente di cavalli che non galoppano ma danzano lievi, non può sfuggire il fatto che il filo conduttore della poetica di Cinbru è costituito dagli sguardi dei suoi personaggi: sguardi dal suggestivo fuoco antropocentrico, che ti penetrano e ti seguono, talora t'interrogano, ti sfidano, ti convincono, e spesso ti seducono. Sempre con la suadente complicità del loro Autore.

 
 
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