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Domenica 25 novembre: al palazzo del Consiglio Comunale la testimonianza di Jamila Mujahed

Il Presidente del Consiglio comunale Leonardo Impegno e l'Assessore alle Pari Opportunità, Valeria Valente hanno accolto, questa mattina, nel Palazzo del Consiglio comunale, Jamila Mujahed la giornalista afgana arrivata da Kabul in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Durante l'incontro, organizzato dalla Presidenza del Consiglio comunale e dall'Assessorato alle pari opportunità, in collaborazione con Amnesty International, è stato presentato il libro BURKA!, edito da Donzelli, disegnato da Simona di Tufillo, e accompagnato dalla testimonianza autobiografica di Jamila "La mia vita a Kabul". "Oggi offriamo una vetrina per accendere un faro sulla condizione afghana" ha detto il Presidente Impegno "con l'obiettivo è di sostenere la battaglia di Jamila anche con la presentazione di questo libro straordinario che giunge a tutti attraverso lo strumento dell'ironia". 24 le tavole a fumetti, disegnate da Simona Bassano di Tufillo e contenute nel libro burka che resteranno esposte nella sala multimediale di via verdi fino al 9 dicembre. Nel suo intervento Jamila rivolge un appello a tutte le donne italiane perché siano sue alleate, spiegando che il burka che ha indossato per 5 anni è stato come una prigione e una negazione dell'identità" L'Assessore Valeria Valente ha spiegato che" Bisogna lavorare dal basso perché si radichi in questi paesi la cultura dei diritti" e anche Riccardo Noury direttore della comunicazione di amnesty International ha sottolineato "l'importanza di soffermarci sui gravi problemi legati alla negazione dei diritti umani, spiegando che in Afghanistan, la costituzione non viene rispettata a causa della debolezza e del mancato controllo del governo afgano". "E' una situazione assurda per noi e per loro e io ho cercato di immedesimarmi su come possa essere la vita con un burka addosso" ha detto l'autrice di Burka! Simona Bassano di Tufillo aggiungendo che"I disegni non intendono denunciare o giudicare la situazione afghana, ma piuttosto far riflettere su una realtà lontana dalla nostra". Il Presidente del Consiglio comunale Leonardo Impegno e l'Assessore alle Pari Opportunità, Valeria Valente hanno accolto, questa mattina, nel Palazzo del Consiglio comunale, Jamila Mujahed la giornalista afgana arrivata da Kabul in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Durante l'incontro, organizzato dalla Presidenza del Consiglio comunale e dall'Assessorato alle pari opportunità, in collaborazione con Amnesty International, è stato presentato il libro BURKA!, edito da Donzelli, disegnato da Simona di Tufillo, e accompagnato dalla testimonianza autobiografica di Jamila "La mia vita a Kabul". "Oggi offriamo una vetrina per accendere un faro sulla condizione afghana" ha detto il Presidente Impegno "con l'obiettivo è di sostenere la battaglia di Jamila anche con la presentazione di questo libro straordinario che giunge a tutti attraverso lo strumento dell'ironia". 24 le tavole a fumetti, disegnate da Simona Bassano di Tufillo e contenute nel libro burka che resteranno esposte nella sala multimediale di via verdi fino al 9 dicembre. Nel suo intervento Jamila rivolge un appello a tutte le donne italiane perché siano sue alleate, spiegando che il burka che ha indossato per 5 anni è stato come una prigione e una negazione dell'identità" L'Assessore Valeria Valente ha spiegato che" Bisogna lavorare dal basso perché si radichi in questi paesi la cultura dei diritti" e anche Riccardo Noury direttore della comunicazione di amnesty International ha sottolineato "l'importanza di soffermarci sui gravi problemi legati alla negazione dei diritti umani, spiegando che in Afghanistan, la costituzione non viene rispettata a causa della debolezza e del mancato controllo del governo afgano". "E' una situazione assurda per noi e per loro e io ho cercato di immedesimarmi su come possa essere la vita con un burka addosso" ha detto l'autrice di Burka! Simona Bassano di Tufillo aggiungendo che"I disegni non intendono denunciare o giudicare la situazione afghana, ma piuttosto far riflettere su una realtà lontana dalla nostra".
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