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La Commissione adotta il pacchetto infrazioni di novembre

immagine di una riunione europea

La Commissione adotta periodicamente decisioni sui casi di infrazione, azioni legali nei confronti degli Stati membri che risultano inadempienti agli obblighi previsti dal diritto dell'UE. Le decisioni mirano a garantire la corretta applicazione del diritto UE a beneficio di cittadini e imprese.

Nel mese di novembre 2023 le decisioni comprendono 38 lettere di costituzione in mora, 13 cause sottoposte alla Corte di Giustizia dell'UE e la conclusione di 73 casi precedentemente avviati, per fine procedura o ritiro per ottemperanza al Diritto UE da parte degli Stati sotto esame.
Di seguito le procedure aperte nei confronti dell'Italia questo mese: in fondo alla pagina è disponibile il link per approfondire queste e le altre procedure d'infrazione del mese di novembre 2023.

Nei confronti dell'Italia sono state aperte due procedure di infrazione questo mese, riguardo il rispetto della direttiva 2006/123/CE in materia di concorrenza e libero mercato - settore concessioni balneari (invio di parere motivato art. 258 del TFUE, procedura n. INFR(2020)4118) e dell'articolo 45 TFUE in materia di sicurezza sociale e libera circolazione dei lavoratori.

Nel marzo 2022 l'Italia ha introdotto un nuovo assegno familiare per i figli a carico ("assegno unico e universale per i figli a carico") riservandone l'erogazione  solo a coloro che risiedono da almeno 2 anni in Italia, e solo se vivono nello stesso nucleo familiare dei figli. Secondo il parere della Commissione, questa normativa viola il diritto dell'UE, in quanto non tratta i cittadini dell'UE in modo equo, e pertanto si qualifica come discriminazione. Il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale vieta inoltre qualsiasi requisito di residenza ai fini della percezione di prestazioni di sicurezza sociale, quali gli assegni familiari. Questo parere motivato fa seguito a una lettera di costituzione in mora inviata all'Italia nel febbraio 2023. L'Italia ha risposto a tale lettera nel giugno 2023. La Commissione ritiene che la risposta non affronti in modo soddisfacente i suoi rilievi e ha ora deciso di inviare un parere motivato. L'Italia dispone di 2 mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.

Inoltre, la Commissione ha deferito l'Italia, assieme a Belgio e Grecia, alla Corte di Giustizia dell'UE per la non corretta applicazione della direttiva 2011/7/UE riguardo i ritardi di pagamento delle autorità pubbliche, alle quali è richiesto di saldare le fatture entro 30 giorni. Il rispetto dei termini di pagamento è essenziale nella lotta alla “cultura” dei ritardi di pagamento nel mondo imprenditoriale, i quali hanno effetti negativi sulle imprese riducendone la liquidità e impedendone la crescita; in particolare le PMI fanno affidamento su pagamenti regolari per poter funzionare e mantenere i propri livelli di occupazione.La Commissione sta attualmente lavorando all'istituzione di un osservatorio europeo dei pagamenti nelle transazioni commerciali e ha proposto un regolamento relativo alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

(a cura della tirocinante Vincenzo Guarino)

 
 
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