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La Commissione accoglie faorevolmente l'accordo sulla regolamentazione e trasparenza della pubblicità politica

immagine di due laptop da cui escono due mani una con carta di credito e l'altra con scheda elettorale

La Commissione Europea ha accolto con favore l'accordo politico raggiunto tra Consiglio e Parlamento sul regolamento relativo alla trasparenza della pubblicità politica, parte integrante della più ampia azione della Commissione per la tutela dell'integrità delle elezioni e del dibattito democrtaico. Ora soggetto all'approvazione formale, la Commissione si adopererà per favorirne una tempestiva applicazione nel quadro del codice contro la disinformazione.

Le nuove norme prevedono una chiara identificazione dei messaggi pubblicitari politici come tali, indicare chi li ha finanziati e per quale importo, in relazione a quale evento elettorale, referendum o processo normativo e se gli annunci sono basati o fanno uso di tecniche di targeting, per facilitare il riconoscimento da parte dei cittadini di messaggi che cercano di orientare decisioni ed opinioni politiche.
Le tecniche di targeting saranno ammesse solo in caso di pubblicità politica online basata su dati raccolti previo consenso dell'interessato e comunque vietando l'uso di dati sensibili, con l'obiettivo di limitare l'uso abusivo dei dati personali ai fini di una potenziale manipolazione degli elettori.
È previsto un archivio online apposito dove gli annunci saranno disponibili e viene altresì vietato il finanziamento di annunci provenienti da paesi terzi per i tre mesi antecedenti le elezioni.

I cittadini UE hanno il diritto di ricevere informazioni obiettive, aperte e pluralistiche. Nel piano d'azione per la democrazia europea adottato dalla Commissione nel dicembre 2020, erano già espresse le valutazioni sulle problematiche relative alla pubblicità politica e le tecniche di sfruttamento delle vulnerabilità degli utenti. Il regolamento si basa sul diritto UE, comprendente il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e il regolamento sui servizi digitali (DSA), oltre che sulle preesistenti norme in materia di protezione dei dati e targeting pubblicitario.

(articolo a cura del tirocinante Vincenzo Guarino)

 
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