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Partenope torna al San Carlo

gruppo scultoreo "Partenope"
gruppo scultoreo intitolato "Partenope tra i Geni della commedia e della tragedia" (progettista capo gruppo arch. L. Raffin)

la cerimonia ufficiale di consegna alla città

Per più di 150 anni il gruppo scultoreo è stato lì, in cima al prospetto principale del Teatro di San Carlo, a simboleggiare l'omaggio della città al teatro classico; poi, nel 1969, un fulmine ne determinò la fine: la scultura, già in precarie condizioni, fu ritenuta irrecuperabile e quindi demolita.
L'impegno dell'Associazione culturale Mario Brancaccio - con la collaborazione di sponsor quali Vodafone, Ascom, Acen e Fiart Mare -, ha consentito la ricollocazione di "Partenope tra i Geni della Commedia e della Tragedia", riconsegnando alla città il gruppo scultoreo che torna, così, ad ornare nuovamente l'ottocentesca facciata del massimo napoletano.
I lavori di progettazione, svolti dal gruppo guidato dall'arch. L. Raffin, sono stati resi più complessi dalla mancanza dei calchi originali.

 
antica raffigurazione pittorica del tatro di San Carlo
il Teatro di S. Carlo (Napoli, 1826 ca) con il gruppo marmoreo Partenope in sommità

Si è reso così necessario lo studio di antiche incisioni e immagini fotografiche dalle quali trarre informazioni per la fedele riproduzione dell'insieme figurativo ideato nel 1816 dall'architetto Antonio Niccolini. La resistenza e la leggerezza dell'opera sono stati i criteri che hanno portato a ricostruire il gruppo utilizzando acciaio inossidabile per la struttura di supporto, vetroresina per il modellato e polvere di marmo, successivamente patinata, per la finitura

 

Personaggi, figure e simboli

Largo otto metri e mezzo ed alto cinque, il gruppo scultoreo ha al centro un podio con balaustra ornata da due sirene, sul quale è Partenope che, protendendo le braccia, porge con la mano destra una corona e con la mano sinistra un serto di lauro (richiamo simbolico ad Apollo, guida e compagno delle Muse).

disegno della vista frontale del progetto del gruppo marmoreo "partenope"
progetto: vista frontale (progettista capo gruppo arch. L. Raffin)

 Sulla faccia anteriore del podio è un bassorilievo con il toro dal volto umano (rappresentazione del dio fluviale Acheloo, padre delle sirene) incoronato dalla Vittoria alata, iconografia utilizzata nella monetazione dell'antica Neapolis e divenuta, poi, simbolo della città.
Davanti al podio i due geni alati che ricevono le corone dalla mitica fondatrice della città; quello a sinistra, rappresentazione simbolica della tragedia, con il braccio destro regge una fiaccola (allusione al tema o all'epilogo delle rappresentazioni drammatiche) mentre con la mano sinistra tiene un medaglione poggiato su un fusto di colonna che ha alla sua base un elmo ed una daga, richiami simbolici alla discordia e alla guerra apportatrici di dolore e lutti.
La figura alata a destra del gruppo raffigura la commedia; con le mani sorregge un festone di fiori, simbolo di gioia, raccolto su un altro fusto di colonna alla cui base sono poggiate una maschera ridente (accessorio indossato dagli attori del periodo classico per la caratterizzazione di un personaggio comico) e, a destra, una lira. Il piede destro del genio poggia su di una cornucopia, simbolo di felicità e ilarità legato anche al mito di Acheloo.
A terra, dietro alle figure dei due geni alati, oggetti o attributi che richiamano i due generi teatrali rappresentati.

Bernardo Leonardi

 
 
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