
rassegna di letteratura e cinema sul noir, horror, il thriller e il mistery a Napoli
4 - 5 Maggio 2007
Castel dell'Ovo - Napoli
A cura di Monumedia srl, Sistema Promozione Turismo Srl, Risposte Turismo Srl, Circuito Cinema Napoli Srl, Sponsor Service Sud Srl
Il Festival: denominazione e finalità
Il Festival è stato denominato "L'uovo di Napoli: i misteri del capoluogo partenopeo" per diverse ragioni. La prima si lega alla volontà di sottolineare il legame con la storia della città e, in particolare, con la famosa leggenda dell'uovo nascosto da Virgilio in una gabbia sita nei sotterranei di Castel dell'Ovo; poiché da "quell'ovo pendevano tutti li facti e la fortuna del Castel Marino". L'uovo ha sempre accompagnato la città nelle varie fasi della sua storia e ne ha simboleggiato le vicissitudini. Infatti, è ancora vivo nella memoria dei napoletani il leggendario escamotage trovato dalla regina Giovanna I quando si ruppe l'arcone del castello stesso, e per sfatare l'idea che Napoli fosse in preda alla sventura, la regina fu costretta a dichiarare di aver provveduto in fretta alla sostituzione dell'uovo.
In secondo luogo, tale scelta si propone di enfatizzare l'attenzione su una delle sedi scelte dallo stesso Comune per la realizzazione dell'iniziativa, il Castel dell'Ovo, appunto. Inoltre, l'uovo rappresenta il passaggio dalla morte alla vita, contribuendo ad esprimere, nell'iter delle iniziative previste collegate ai temi specifici del week-end di riferimento (noir, horror, mistery), il salto dal buio e dalle tenebre alla luce.
Il rapporto tra il mistero e la città a Napoli si può leggere attraverso gli spazi. Lo spazio architettonico. Sopra e sotto. La Napoli solare e quella sotterranea. La Napoli dei Fantasmi di Eduardo De Filippo, dei racconti di Basile, dei film della Wertmuller, Tornatore, Risi; una città raccontata nel Festival anche attraverso i migliori film ambientati a Napoli ed i racconti che meglio l'hanno interpretata, messa a confronto con i grandi interpreti, registi e narratori dei generi horror, noir, mistery e thriller. Si tratterà, quindi, di utilizzare tutte le risorse del territorio al fine di far scoprire un'identità napoletana che si allontani dai tradizionali simboli connessi alla città da legami per lo più folkloristici e di utilizzare la storia della città come filo conduttore di un'iniziativa che consenta al capoluogo partenopeo di competere con altre mete italiane ed europee che già si caratterizzano da diversi anni per la realizzazione di iniziative di questo genere.
Il patrimonio di leggende e tradizioni esoteriche legate a Napoli è molto vasto e dai confini ancora non del tutto inesplorati: tutti i suoi luoghi più caratteristici, dal dedalo infinito dei suoi vicoli alle meraviglie delle sue chiese e dei suoi storici palazzi.
Pensiamo alla maschera di Pulcinella. Gobbo e dal ventre prominente, un voluminoso abito bianco - forse un sudario? - , un naso lungo e deforme, una voce stridula a tratti inquietante a tratti semplicemente comica. La tradizione ufficiale vuole che "Pulcinella Cetrulo" sia nato ad Acerra (sarebbe stato un contadino particolarmente noto per le sue buffonerie, poi reclutato in una compagnia di attori cittadini).
Altri attribuiscono l'invenzione della sua maschera all'attore Silvio Fiorillo di Capua, a cavallo tra Cinquecento e Seicento. Più generalmente si usa far risalire la sua figura alle farse atellane del IV secolo A.C., e alla tradizione latina del Maccus. Esiste un'incredibile e sterminata bibliografia su questa maschera e sulle sue origini, sicuramente la più universalmente popolare (alla pari solo di Arlecchino, probabilmente) e incarnata in quell'archetipo universale che studiosi del calibro di Karl Gustav Jung e Karol Kerenyi definirono "il briccone divino".
Quando si tenta di penetrare nei mille misteri della città, è impossibile non imbattersi in lui. Don Raimondo di Sangro, duca di Torremaggiore e principe di Sansevero (nato nel 1710 e morto nel 1771) fu tra i massimi scienziati napoletani: chimico, pittore, studioso di medicina e cento altre discipline. Figura che ha attraversato l'intero Settecento napoletano e che seppe attirare/irretire alcuni degli ingegni di maggior livello d'Europa. Ma la sua biografia ed opere divennero anche un concentrato delle leggende più nere e tenebrose. La sua figura può tranquillamente raffrontarsi a quella del conte di Saint Germaine e di Cagliostro. Tutt'e tre legati a un secolo cosiddetto "dei lumi", ma che di frequente ricorreva a conoscenze proibite e a rituali di magia nera. Questo immenso patrimonio non può non trovare la sua giusta celebrazione in un festival che racchiuda in sé eventi legati al cinema, alla letteratura e alle tradizioni popolari della città. Allo stesso tempo, la dimensione "internazionale" dell'Evento sarà ben rappresentata sia da una selezione di titoli cinematografici legati alle nostre radici, sia a produzioni internazionali le cui suggestioni si avvicinano ai temi portanti della rassegna.
Fra le proiezioni previste troveranno spazio pellicole memorabili come "C'era una volta", celebrazione dell'opera di Giovambattista Basile, diretta dal maestro Francesco Rosi e interpretata dalla diva per eccellenza Sofia Loren. Ma ci saranno anche formidabili produzioni internazionali come il recente "The Descent", storia agghiacciante ambientata sempre nelle profondità della terra (e, sembra, ispirata da una produzione degli anni 80 del napoletano Ciro Ippolito).
Anche la sezione documentari offre gustose visioni come Lamberto Lambertini sul Principe di Sansevero, e Luigi De Gianni sui maghi napoletani e sul culto dei Penati.
Analogamente, lo spazio dedicato alla letteratura offre sia appuntamenti incentrati a scrittori e autori napoletani che hanno approfondito l'anima "misteriosa" della Città - l'intrigante romanzo di Salvio Formisano "L'accordatore di destini", l'antologia di racconti fantastici "Partenope Pandemonium", tutta di autori napoletani - sia omaggi a maestri del fantastico - come l'americano H.P.Lovecraft - la cui ossessione per i misteri nelle profondità della terra e del mare riflettono le medesime suggestioni legate alla Napoli del Sottosuolo e le leggende stregate di Cola Pesce e della sirena Partenope. In definitiva l'obbiettivo del Festival è rendere Napoli non solo capitale dei propri misteri, ma anche dei misteri del mondo, sottolineando la sua comune identità arcana con le grandi capitali del globo.