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Cravattari

Ritorna il testo di Fortunato Calvino a vent'anni dalla prima rappresentazione

Dal 10 al 14 marzo al Teatro San Ferdinando in un progetto contro l'usura

"Cravattari"
di FORTUNATO CALVINO
Premio "Giuseppe Fava" '95 - Premio "Girulà" come miglior autore '96 - Premio Speciale "Giancarlo Siani" '98
 
Con
ANTONELLA MOREA(Assunta)
ROSA FONTANELLA (Nunzia)
PIETRO JULIANO (Gennaro)
FEDERICA ALTAMURA(Rosa)
MANUELA SCHIAVO LOMORIELLO (Bianca)
Musiche ENZO GRAGNANIELLO
Regia FORTUNATO CALVINO

Nuovo allestimento


L'Assessorato alla Cultura, d'intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale e con l'aiuto delle associazioni antiusura ed antiracket, ha accolto la proposta della compagnia teatrale Metastudio89 di presentare ai giovani napoletani una nuova messa in scena del testo teatrale "Cravattari", di Fortunato Calvino, a vent'anni dalla sua prima rappresentazione.
La nuova edizione di "Cravattari" è stata presentata in conferenza stampa dagli Assessori Nino Daniele e Alessandra Clemente, con Tano Grasso, Presidente onorario FAI (Federazione Associazioni Antiracket e Antiusura), Geppino Fiorenza, referente di Libera per la Campania, e con Fortunato Calvino, autore e regista. Tutti hanno sottolineato come questo testo sia attuale e quanto sia importante proporlo ai nostri giovani come occasione di riflessione su un tema centrale della nostra vita di cittadini: il rapporto con l'illegalità e con la violenza che l'accompagna e la responsabilità dei singoli e della società nel contrastarne la diffusione e proporre un modello diverso di convivenza.

 
"Cravattari è uno dei drammi più belli ed intensi scritti e rappresentati in Italia negli ultimi decenni.
Nasce da una motivazione civile e di essa conserva, nello svolgimento della vicenda, pienamente il Pathos. Ma ciò che impetus ante fuit si compie poi in una forma tragica di totale poesia. La dialettica tra disperazione ed amore raggiunge la tensione più estrema e viene messa in scena in atmosfera cupa che porta la vita fino al limite del nulla. Una discesa agli inferi che ha per spazio rappresentativo il sottosuolo di Napoli. Ma quel sottosuolo altro non è che ripercorrere a ritroso il cammino della civilizzazione dall'oscurità della caverna alla luce dei diritti e della libera costruzione della persona umana ma anche dei recessi più reconditi dell'animo dove troviamo gli archetipi del bene e del male. E' impossibile rendere nel discorso ciò che il teatro restituisce allo spettatore.
Così per me è del tutto impari il compito di restituire l'emozione che provai la prima volta che assistetti a" Cravattari.
Posso solo dire che ebbi chiara la consapevolezza di trovarmi di fronte ad una delle pagine più alte del teatro italiano contemporaneo ed ad un opera d'arte che raggiungeva interamente il fine dell'arte: quello di aiutare a cambiare il mondo.
Oggi che la crisi ha reso l'usura il problema sociale e criminale nuovamente dominante, anzi oggi dopo che, con la crisi della finanza globale, possiamo dire che l'usura era diventata la formamondo, ed il tasso usuraio viene pagato con il prezzo del futuro delle nuove generazioni, tutti dovrebbero vedere quest'opera teatrale."
L'Assessore
Nino Daniele



 
 
 
 
 
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