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La prima pietra di Bruia commemora il femminile oltraggiato

Atrio del PAN, dall'8 al 15 marzo 2013

 
 8 marzo: anteprima stampa ore 12.00. Performance di Mariagiulia Fiorino
Bruia, è il nome d'arte di Brunella D'Auria, una personale, intitolata "La prima pietra", ispirata alla figura della donna, sul modello di Maria Maddalena che sopraffatta e umiliata da un mondo al maschile, eppure simbolo di forza, prenderà coscienza di se stessa, e avrà il coraggio di reagire e scagliare le pietre a chi le getta fango solo per il piacere di distruggere o semplicemente per sottomettere. Bruia, invita a una riflessione sulla condizione della donna. La lapidazione o l'infibulazione e altre barbarie oltraggiano da secoli i diritti delle donne, tema rappresentato dall'artista in pittura e in scultura per dar voce, "per far girare il capo" a chi non vuol vedere e sentire. "Con le mie opere -spiega Bruia- intendo rappresentare la vigliaccheria e la codardia di chi prende il sopravvento sui più deboli con la forza e la violenza, incurante che si tratti di un suo simile, di un essere umano con gli stessi diritti, aspirazioni, desideri. Tutto ciò è possibile grazie all'arte, che impossessandosi dei simboli mitici, ne da poi una rappresentazione ideale, trasformando una prostituta sacra nel simbolo di riscatto e dell'affrancamento dai tabù e dal potere." Le tele di Bruia, sono realizzate con diversi materiali come olio, acrilici, gessi, refrattaria, cere, piombo, attraversate da alcune scritte in ebraico. Le sculture raffigurano le "4 stagioni" delle donne, mentre la quinta "Burqa" parla da sola. "Fatima la figlia di Maometto", "Maddalena", "Il peccato originale", "Broken", "Schoner Wind", "Touch the drop" sono alcuni significativi titoli di opere, che fanno riflettere sulla condizione della donna. Attraverso il corpo, la natura, la politica, il potere, l'artista, descrive percorsi di vita cognitivi ed affettivi delineando così diverse maniere di essere donna nella società del terzo millennio. "Tutto è nato dallo sguardo di una donna condannata alla lapidazione -continua Bruia- I suoi occhi mi hanno ricordato la forza rassegnata di una tigre in gabbia piena di rabbia, di forza, di rancore. Da quel giorno ho cominciato la mia ricerca convinta che non si possono chiudere gli occhi di fronte a queste realtà drammatiche che ancora riempiono le pagine di cronaca." Nelle drammatiche immagini di Bruia, che ha esposto in numerose gallerie e spazi istituzionali, si intravede attraverso Maria Maddalena, la sofferenza di tutte le donne private della loro identità e femminilità. L'artista, ricorda il silenzio, evocando visioni ed esempi rarefatti, come la solitudine e lo smarrimento dell'uomo contemporaneo, con un occhio caleidoscopico del suo inconscio ricco di coordinate e di esistenzialismo in cui è facile ritrovarsi. Completa la mostra il video di Giuseppe D'Angelo.
Ufficio Stampa:
Daniela Ricci d_ricci@libero.it
Annalisa Tirrito annalisa.tirrito@tin.it
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