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Toponomastica femminile: buone pratiche in Comune

Toponomastica femminile: buone pratiche in Comune

Nonostante le donne siano state ben presenti  nella vita di Napoli, dall'origine mitologica (la sirena Parthenope) fino alla Resistenza al nazi fascismo, la città rientra nella media delle città italiane quanto ad uno dei parametri che misurano il grado di equilibrio tra i generi: la toponomastica.

A questo argomento è stato dedicato il convegno "Toponomastica femminile:  buone pratiche in Comune"  che si è svolto Venerdì 18 gennaio all''Antisala dei Baroni del Maschio Angioino che, con il patrocinio morale del Comune, ha approfondito un tema simbolicamente forte: perché, quando si intitola una strada, una piazza o altro ad un personaggio importante, volendo così significare il peso di quel personaggio ha nella rappresentazione  che una città ha di se stessa, sistematicamente le donne passano in secondo piano? Quanto pesano gli stereotipi di genere in tutti gli apparati simbolici che una città mostra innanzitutto ai suoi abitanti (dal nome delle strade alla segnaletica stradale)? E che cosa bisogna fare per invertire questa tendenza?

Che, questo, sia solo apparentemente un tema marginale lo dimostra il fatto che una mobilitazione del tutto spontanea, cresciuta sul web innanzitutto, è alla base di "Toponomastica femminile", l'associazione nazionale che, nella scuola innanzitutto, lavora per raccogliere dati, delineare percorsi culturali, fare proposte alle istituzioni perché sempre più strade e piazze siano dedicate ad artiste, scienziate, donne che con il loro impegno civile e politico hanno segnato la vita della Nazione, "donne che hanno agito, e che non sono state solo vittime", come ha sottolineato Maria Pia Ercolini, insegnante, fondatrice e animatrice dell'associazione, che ha raccontato con le sue slide come è nata la mobilitazione sulla toponomastica femminile.

Una mobilitazione che ha toccato anche Napoli, come ha sottolineato Simona Molisso, consigliera comunale, nonché presidente della Consulta delle Elette del Comune di Napoli: "E' grazie all'incontro con le cittadine che animano questa associazione che abbiamo raggiunto un primo importante risultato: il nuovo regolamento cittadino sulla toponomastica conterrà una norma antidiscriminatoria e consentirà di rendere paritaria tra donne e uomini l'intitolazione delle strade". Anche Gennaro Esposito, presidente della Commissione consiliare Pari opportunità, ci tiene a sottolineare che i buoni risultati, le "buone pratiche"  richiamate nel titolo del Convegno, sono il frutto di "un'iniziativa partita dalla gente che il Comune ha saputo intercettare per promuovere sempre più la partecipazione."

La situazione napoletana rientra nella media nazionale ed è stata esposta nel corso del convegno: se negli Anni Trenta le donne titolari di strade erano soltanto due (Vittoria Colonna, poetessa, e Lucrezia D'Alagna, amante di Alfonso d'Aragona), oggi le strade intitolate a donne sono il 15% del totale, certo di più che in epoca fascista ma ancora poche, soprattutto se si considera il ruolo effettivo delle donne nella storia e nella cultura della città. Ma il riequilibrio di genere nella toponomastica non è solo un problema italiano, come è stato detto anche nel corso del Convegno con l'esposizione di un progetto in corso nella città di Boston.

I risultati dei censimenti effettuati finora, provincia per provincia e in molti Comuni grandi e piccoli d'Italia, sono reperibili sul sito dell'associazione, www.toponomasticafemminile.it.

Che cosa fare per riequilibrare questa disparità? Le proposte concrete ci sono e sono state esposte da Giuliana Cacciapuoti, del comitato scientifico di Toponomastica Femminile, che ha moderato il convegno e che ha presentato la prossima iniziativa, quella di un concorso fotografico e di idee "Tre strade tre donne" che, grazie al lavoro nelle scuole, sarà lanciato in occasione del prossimo 8 marzo.

 
 
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