«Quattro giornate di lotta eroica, combattuta con scarsezza di mezzi, ma con indomito coraggio, con audacia, con ardimento, con fede ardentissima portarono alla vittoria».
L'insurrezione del settembre del 1943 fu rivolta di popolo. Settantasei ore di ininterrotti combattimenti che videro protagonisti uomini, donne, giovani mossi dalla non più contenibile insofferenza verso la dittatura e l'occupazione militare germanica. Un'insurrezione che non ebbe connotazioni di classe o di genere. Sulle barricate, dalle case, nelle strade combatterono operai, studenti, intellettuali, ex militari; uomini e donne ugualmente impegnati negli scontri a fuoco, nelle altrettanto importanti e rischiose operazioni di sostegno tattico agli insorti, nell'aiuto ai feriti o nella pietosa opera di recupero dei caduti.
Una rivolta spontanea, una lotta breve ma estremamente intensa che permise alle truppe alleate di entrare il 1° ottobre in una città già libera e che meritò il conferimento della Medaglia d'oro al Valor militare alla città con la motivazione: "Con un superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto e alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un'impari lotta col secolare nemico offriva alla patria nelle Quattro Giornate di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli italiani la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria. Napoli, 27 - 30 settembre 1943".
Testi e foto di Bernardo Leonardi
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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