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Campagna di informazione e sensibilizzazione contro l'acquisto di souvenir esotici

Con l'avvento dei viaggi low cost la possibilità di viaggiare, di conoscere paesi, culture e tradizioni diverse è offerta quasi a tutti, ed è proprio per questo che tutti devono sapere che è necessario fare molta attenzione all'acquisto del souvenir, del ricordino da regalare a se stessi o agli amici, per evitare di contribuire, con un comportamento non corretto, all'estinzione di numerose specie di fauna e flora terrestre e marina.
Conchiglie, coralli, avori, serpenti, pappagalli e piante (di cui molti a rischio estinzione) appartengono alla categoria di souvenir che gli italiani portano a casa al ritorno dalle vacanze.
Purtroppo il fenomeno, in continua crescita, esiste da sempre, ed è per questo che già nel marzo del 1973, (entrata in vigore il 1 luglio 1975) è stato sottoscritto un accordo internazionale di oltre 140 Stati, tra cui l'Italia, a tutela delle specie animali e vegetali a rischio estinzione: si parla della Convenzione di Washington identificata con l'acronimo di CITES (Convention on International Trade of Endangered Species). Essa regolamenta il commercio in termini di esportazione, importazione, transito, trasbordo o detenzione a qualsiasi scopo, di alcune specie di animali e piante e/o derivati di essi, minacciate di estinzione, vietandolo o prevedendo apposite autorizzazioni.
L'Unione Europea, ha uniformato al suo interno, tra i 27 stati membri, i sistemi di applicazione e nel giugno 1997 si è dotata di un nuovo e più incisivo strumento di applicazione delle norme e divieti stabiliti dalla CITES: il Regolamento Comunitario, n. 338 del 1997, seguito dal n. 1808 del 2001 smi, ha reso uniforme l'applicazione della CITES in tutti gli stati parte dell'unione, rafforzando i suoi sistemi di controllo e migliorando i principi di conservazione per le oltre 37.000 specie di animali e di piante incluse nei suoi allegati regolandone strettamente il commercio.
Secondo studi condotti dal WWF a livello mondiale il commercio di animali, piante loro parti o prodotti raggiunge valori economici da capogiro, un giro d'affari che è il terzo nel mondo dopo droga e armi. Ogni anno si commerciano prodotti inclusi in CITES per un valore di svariati milioni di euro, un quarto dei quali è purtroppo da considerarsi frutto di traffici illegali, come quelli della droga, di cui ne segue infatti molto spesso le stesse rotte e gli stessi canali, o è tanto intrecciato con questo che non sono stati rari i casi al mondo di animali imbottiti di droga o il ritrovamento di droga nelle casse di serpenti.
Molti sono i turisti che ignorano che un souvenir può "nascondere" prodotti animali o vegetali derivati da specie protette, così come molti sono i turisti che non sanno che spesso si tratta di importazioni illegali, e che incorrono in un reato rischiando ingenti multe. Infatti gli esemplari appartenenti a specie protette che non sono accompagnati dai documenti richiesti vengono fermati alla dogana, e ove non siano forniti i documenti necessari la merce viene confiscata, in caso di mancata dichiarazione al confine si può incorrere in procedure penali.
Tuttavia i souvenir realizzati utilizzando prodotti di origine animale o vegetale non sempre richiedono un'autorizzazione. In caso di incertezza è tuttavia consigliabile contattare le autorità competenti del Paese in cui ci si reca, al fine di evitare successive complicazioni in dogana Per gli animali vivi, protetti e non, è sempre necessaria, salvo rare eccezioni, almeno un'autorizzazione di importazione.

 
 
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