Il Comune di Napoli ha adottato l’Ordinanza dirigenziale n. 2079 del 25 novembre 2025 che introduce specifiche limitazioni alla circolazione degli autoveicoli sul territorio comunale, finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria e alla tutela della salute pubblica. Sulle conseguenze del provvedimento sui cittadini e sulle criticità della sua applicazione si è riunita oggi la commissione Ambiente e Mare, presieduta da Carlo Migliaccio, con la partecipazione della Regione Campania, dell’Arpa, del servizio Tutela dell’ambiente del Comune di Napoli e del comandante della Polizia Locale. Per la Regione Campania, la dirigente del servizio Sviluppo sostenibile e qualità dell’aria ha chiarito che ad oggi non esiste alcuna comunicazione ufficiale di avvio di una procedura di infrazione per livelli di biossido di azoto (NO₂) nei confronti della Regione Campania e che l’obiettivo attuale è proprio evitare l’apertura della procedura, mettendo in campo tutte le azioni possibili e fornendo chiarimenti puntuali al Ministero e alla Commissione europea. È tuttavia un dato oggettivo che a partire dal 2024 tutte le centraline installate nel centro di Napoli hanno costantemente registrato superamenti dei limiti di NO₂ e che, dopo la validazione dei dati, la Regione è stata interrogata dalla Comunità Europea sulle ragioni degli sforamenti e sulle misure adottate per contrastarli. La relazione trasmessa all’Europa – ha chiarito la dirigente - è stata elaborata in stretta collaborazione con il Comune di Napoli con informazioni sempre condivise e verificate alla fonte per offrire un quadro univoco e coerente degli interventi messi in campo dalla città. Sono state fornite nel documento le possibili giustificazioni sulla situazione di Napoli - boom turistico, numero elevato di cantieri attivi, presenza di infrastrutture strategiche come porto e aeroporto – che potrebbero far leggere gli sforamenti come fenomeni transitori legati a condizioni straordinarie. Sul piano dei riferimenti normativi, la Regione ha ricordato che sin dal 2019 è stato adottato il Piano Regionale per la Qualità dell’Aria, aggiornato nel 2021 e ora in fase di nuovo aggiornamento, e che questo documento rappresenta lo strumento principale che definisce le azioni che tutti i Comuni della Regione sono tenuti ad attuare. Va ribadito inoltre che le misure e i divieti sono già previsti nel Piano, e alla luce di una situazione oggi più critica rispetto al 2019 potranno solo essere inaspriti nel prossimo aggiornamento. Un punto centrale ribadito anche dall’Arpa Campania è che i livelli di NO₂ dipendono principalmente dal traffico veicolare e dagli impianti termici, e che questo è un dato oggettivo, la Regione sta cercando di dimostrare al Ministero e all’Europa che sono già state avviate misure concrete per rientrare nei limiti e prevenire l’infrazione a partire da ordinanze immediate seguite, se necessario, da ulteriori misure più strutturali coerenti con il nuovo Piano della Qualità dell’Aria che entrerà in vigore nel 2026.
Rispetto al nuovo Piano la dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Napoli ha chiarito che il Comune verrà coinvolto per proporre le misure più idonee a livello cittadino e dell’area metropolitana. Sul fronte dei controlli, il comandante della Polizia Locale Ciro Esposito ha spiegato che non si tratta di un problema legato alla viabilità in senso stretto ma di una questione di carattere ambientale, che investe anche la tutela della salute degli operatori. Ad oggi sono stati effettuati 2.154 controlli e sono stati elevati 309 verbali nei confronti di chi circolava in violazione dell’ordinanza, con una sanzione prevista pari a 168 euro.
Alla luce di questi dati, nel dibattito Toti Lange (Misto) ha evidenziato la necessità di ragionare politicamente sulle misure da mettere in campo e comunicare chiaramente ai cittadini la situazione. Anche per Massimo Cilenti (Napoli Libera) non si può che prendere atto dei dati forniti, ma c’è un dato politico sul quale riflettere che riguarda le modalità di applicazione di un divieto, e infatti oggi manca proprio la parte politica con la quale confrontarsi, anche sulla comunicazione non adeguata del provvedimento adottato, vanno perciò introdotte modifiche per mettere i cittadini in condizione di conoscere i contenuti dell'ordinanza.