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Eliminare quei re

Per completare l'arredo architettonico del vestibolo principale del Palazzo dei Ministeri di Stato, furono commissionate allo scultore Antonio Calì (Catania 1789 - Napoli 1866) quattro statue che dovevano raffigurare Ruggero II d'Altavilla e Federico II di Svevia, due sovrani che avevano determinato la configurazione politica e culturale del regno dell'Italia meridionale, e Ferdinando I e Francesco I di Borbone-Due Sicilie, i re che avevano visto rispettivamente l'avvio dei lavori e il completamento del palazzo.

Le statue dei primi due furono sistemate nelle nicchie realizzate appena dopo l'entrata, le altre due in altrettante nicchie poste ai lati delle prime rampe parallele della scala maggiore. Sotto ad ogni statua una lapide con iscrizione in latino dettata dal canonico Francesco Rossi.

Le quattro statue rimasero indisturbate a svolgere il loro ruolo celebrativo per trentacinque anni poi, con la caduta del Regno delle Due Sicilie, qualcuno considerò di non poter sopportare oltre la presenza nel palazzo dei due simulacri riguardanti la dinastia appena detronizzata.

E così i marmorei Ferdinando e Francesco furono rimossi e sostituiti con due figure allegoriche femminili realizzate da mano artistica assai meno felice di quella del Calì. Naturalmente furono tolte anche le lapidi borboniche e al loro posto, ancora oggi, semplice intonaco bianco.

 
statue dei re Ruggero d'Altavilla e Federico secondo di Sveviastatue allegoriche femminili
 
 
 

Bernardo Leonardi

 
 

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