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Carnevale 2018: "La Canzone di Zeza"

L’Assessorato alla Cultura e al Turismo, in collaborazione con Arealive, in occasione del Carnevale 2018 promuove per il centro storico della città La Canzone di Zeza riproposizione a cura de E Zezi. Gruppo operaio di Pomigliano, con l’accompagnamento di Salvatore Iasevoli, dell’antica “farsa carnevalesca” di origine seicentesca, una rappresentazione popolare itinerante cantata e ballata che si svolgeva nel nostro territorio in occasione della festa di Carnevale. Martedì 13 febbraio la Zeza invaderà le strade, i vicoli e le piazze del centro prendendo le forme di un’animata e partecipata parata di Carnevale.

La Canzone di Zeza è rigorosamente rappresentata da soli uomini travestiti, consuetudine molto diffusa nella tradizione del teatro popolare napoletano, dai carnevali alla Piedigrotta. “Tornare a riproporre La Canzone di Zeza, significa non solo ricollegarsi a un frammento di tradizione abbandonato dalla città (a differenza dell’entroterra dove è ancora vivo, atteso e seguito), ma soprattutto riscoprire il valore catartico e liberatorio proprio del carnevale e di tutte le feste popolari, oggi particolarmente utile e necessario per la sua peculiare carica di ribellione e di ironia. Valorizzare questa tradizione, parte del nostro immenso patrimonio culturale immateriale, contribuisce a recuperare l’identità e la conoscenza della città e offre nuove prospettive di offerta turistica” dichiara l’assessore Nino Daniele.

 
Percorso
Partenza ore14,30 da via dei Tribunali (ospedale Pace-Piazzetta Cardinale Riario Sforza), via Tribunali fino a via Nilo, Piazzetta Nilo, via Benedetto Croce, Piazza S. Domenico Maggiore, Piazza del Gesù, via Benedetto Croce, Piazzetta Nilo, via San Biagio dei Librai, via San Gregorio Armeno, Piazza San Gaetano, via dei Tribunali, Piazzetta Cardinale Riario Sforza.
 

La Canzone di Zeza, tradizionale “farsa” popolare carnevalesca che a Pomigliano d’Arco ha il suo centro, fu studiata con attenzione da filosofi, musicologi e antropologi (da Gian Battista Basile, che ne parlò per primo nel 1600, a Benedetto Croce, passando per Pier Paolo Pisolini e, soprattutto, Roberto De Simone). Nata intorno al 1600 (anche se datarla sembra piuttosto difficile per via dei suoi riferimenti alle antiche farse avellane) fu vietata più volte nel corso dei secoli per le strade di Napoli (tra gli altri, dal regime fascista, che impediva di comparire per le strade mascherati, e forse anche per i suoi contenuti “rivoluzionari”).

Grazie alla pungente “saggezza popolare”, rappresenta il sempre attuale conflitto tra giovani ed anziani, nonché l’atteggiamento di ribellione dei primi nei confronti delle strette regole dell’“autorità”.. Con le sue provocatorie espressioni satiriche, ricche di allusioni e di divertenti doppi sensi, è uno spettacolo teatrale di strada, popolare e coinvolgente, che attira dietro di sé cortei di persone affascinate non solo dalla storia, ma dai colori, dalle espressioni, dalle gestualità e dalla ricca umanità che attraversa tutte le generazioni e le condizioni sociali.

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