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"Aria, Semi, Terra". Personale di Luigi Grossi

Dal 30 luglio al 6 settembre al PAN

Inaugurazione mercoledì 30 luglio ore 18.30

La materia è sempre la protagonista dei lavori di Luigi Grossi per rappresentare torsioni, equilibri, intersecazione di piani, leggerezza, movimento alludendo ai processi naturali e anche al loro trasformarsi nel tempo e nello spazio. L'occasione è un altro pretesto per sperimentare diverse tecniche coloristiche ed inedite. L'artista napoletano, con lucida consapevolezza guarda il mondo con il proprio specchio, parlando della vita e il continuo rimando a se stessa. Mettendo a nudo la materia la fa rinascere liberandola dalla sua impurità, dalle sue false dottrine, metafora di nuova speranza , di ricchezza materiale e spirituale nuova, originaria. Attraverso i suoi lavori dissacratori, rivisitati in maniera minimale, sia per quanto riguarda le immagini che i linguaggi, Grossi compie una sorta di primordiale atto creativo recuperando il formalismo dei segni  come nel caso delle  tre sculture che intendono rappresentare l'aria realizzate con dei "tagli" per  simboleggiare archetipi raffiguranti le forze dell'universo. Nella sua pittura il linguaggio è diverso da ognuna delle precedenti. Grossi, dopo le numerose serie di opere di periodi differenti come "Bianco e Nero", "One by One", "I neri", "I colori del nulla", "I volumi del nulla", "Vibrazioni materiche", "In principio era la linea", realizza altri lavori inediti come un gioco metascosmico indagando i segni dell'origine: semi  realizzati con la penna a sfera  biro, la terra con  tecnica mista  su tele monocrome. L'idea  è quella di affidare ai tre   momenti indagati, appunto, a l'anima, il corpo e il pensiero dell'uomo contemporaneo.

"La fame visionaria di Grossi - scrive Aldo Masullo nel testo che accompagna la mostra- non assume mai la violenza di un'ingorda brama, come spesso in altri artisti succede. Essa è sempre temperata da una discrezione di fondo, che ingentilisce la rottura linguistica attraverso l'estrema purificazione del lessico (semplici colori, solitario gioco di bianco e nero, lievi increspature  di vegetali apparenze, mai spigolosi geometrismi)".

Curata da Giuliana D'Autilio la mostra sarà  visitabile fino al 6 settembre. Tentando di vedere l'originario nel gioco delicato di un accuratissimo calligrafismo d'inedite forme, Grossi presenta  circa trenta opere in tutto  ricchi di  simbolismi che intendono rappresentare il bene e il male. Tingendosi di nuove speranze spirituali diventano così  per Grossi  motivo di studio e ricerca dell'inarrestabile trasformazione esorcizzata attraverso le emozioni nella rassicurante stabilità del simbolo stesso.

 
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