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Mostra "Multum Animo Vidit. L'iride, il pozzo" di Annalaura di Luggo a cura di Filomena Maria Sardella

Dal 10 al 19 febbraio 2023, PAN | Palazzo delle Arti di Napoli - Foyer, ingresso gratuito

 
a cura di Filomena Maria Sardella  
con la partecipazione di A.I.R.O. Associazione Italiana Rinnovamento in Oculistica Onlus    

Inaugurazione venerdì 10 febbraio, 2023, ore 17.30
Presentazione catalogo mercoledì 15 febbraio, ore 17.30
Testi di Aldo Gerbino Filomena Maria Sardella    

Sala Foyer
PAN Palazzo delle Arti Napoli NAPOLI Via dei Mille, 60
Orari
lun/ven 09:30 - 19:30
sab/dom/festivi 09:30 - 20:30
ingresso gratuito

Venerdì 10 febbraio 2023, presso la sala Foyer del PAN Palazzo delle Arti Napoli (Via dei Mille, 60) si inaugura la mostra MULTUM ANIMO VIDIT. L’IRIDE, IL POZZO di Annalaura di Luggo, a cura di Filomena Maria Sardella.  

Nell’occasione viene esposta un’opera dedicata dall’artista all’A.I.R.O. Associazione italiana Rinnovamento in Oculistica Onlus, fondata dal prof. Vincenzo Orfeo, oculista napoletano e noto chirurgo, che si adopera in missioni umanitarie insieme a personale volontario specializzato nel settore, per curare patologie oftalmiche nei paesi del Terzo Mondo, in particolare in Ghana, con attenzione ai mali insorgenti nelle nuove generazioni. In sintonia con le finalità della Onlus, Annalaura di Luggo vuole indicare, già nel titolo della mostra, il tema delle sue opere, tutte dedicate alla vista. Una vista trasfigurata che si esprime sia in opere dedicate ad una umanità dolente per la privazione, totale o parziale per patologia, della vista ma non per questo meno ricca nell’animo e partecipe alla vita, sia in opere che sono un omaggio alla profondità del vedere, del guardarsi, comune a tutte le creature. Per questo non mancano, in queste opere, occhi coloratissimi di uomini e animali, catturati con una speciale macchina fotografica. “Multum animo vidit” è una citazione del cartiglio retto da Luigi Groto (1541/85), noto come il Cieco d’Adria, nel ritratto ad opera di Jacopo Robusti, detto Tintoretto (ca.1582) e deriva dalla frase di Ovidio: “multo animo vidit, lumine captus erat”. Nell’opera di Tintoretto risalta, per l’impostazione frontale del volto, non ammissibile all’epoca per rilevare la menomazione della vista, la volontà di interpretare in positivo la figura visionaria del letterato e poeta cinquecentesco.
 
 
Locandina della mostra
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