Il CD è dedicato ad un aspetto stranamente trascurato dell'arte di Enrico Caruso: le incisioni di brani religiosi. Di solito si pensa al grande tenore napoletano per le inarrivabili interpretazioni di varie operistiche o di canzoni napoletane ma, scorrendo la sua ricca discografia, abbiamo individuato un patrimonio davvero singolare: sedici composizioni a carattere religioso incise tra il 1912 e il 1920.
E' un Caruso poco conosciuto e che, ascoltato tutto di seguito e ripetutamente, fornisce un'esperienza nuova e imprevedibile. Voce e canto hanno un afflato divino, tra musica e poesia, e abbiamo così la rivelazione di un Caruso inedito tutto da scoprire, che ci affascina e trasmette un'emozione senza pari.
Sentire Caruso che, nella piena maturità vocale e potenzialità espressiva, affronta queste melodie mistiche ci fa pensare che questa sia forse la migliore testimonianza che ci ha lasciato sul disco storico a 78 giri. All'ascolto si capisce l'affermazione di Sant'Agostino: "Chi canta è come se pregasse due volte". E Caruso non per studio ma per ispirazione interiore, maturata nella sua frequentazione liturgica giovanile come chierichetto, canta come un Santo che prega il Signor, per dirla alla Lorenzo Stecchetti nel famoso "Sogno" di F. P. Tosti. Un'ispirazione intima che si fonde con la pratica giovanile delle serenate all'aperto, delicate e suggestive, e che spiega la straordinaria sensibilità di un artista nato nella strada e privo di studi umanistici effettivi.
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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