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PIETRARSA 1863

Martedì 6 agosto, museo di Pietra Arsa

 
 
 

Ore 18,00
Apertura al pubblico
Visita al museo ferroviario di Pietrarsa
Esposizione di prodotti delle eccellenze campane

Mostra con estemporanea di pittura di Andrea Patrisi, Raffaele Concilio, Salvatore Rodriguez, Giovanni Santaniello, Ciro Sardella
Deposizione di una corona al monumento dei caduti di Pietrarsa dello scultore Bruno Galbiati
 

 
 


Ore 21,00
Rappresentazione teatrale e commemorazione dell'eccidio del 6 agosto 1863
Drammaturgia e regia di Aldo Vella - Musiche e canti originali di Giovanni D'Angelo
Con Rosaria De Cicco e Roberto Capasso
A cura del  Laboratorio Ricerche e Studi Vesuviani
 informazioni 081.480920 - laboratoriovesuviano@virgilio.it

 

Quella che si ricorda con questa iniziativa inserita nel calendario dell'Estate a Napoli è una pagina dimenticata, anzi rimossa della nostra storia nazionale: è la storia di una protesta per il lavoro in un'epoca in cui non esistevano ancora né sindacati né leggi che tutelassero i diritti dei lavoratori.  Una carica violnta, quattro morti... una storia lontana, ma che forse non sarà inutile ricordare. 1863, c'era a Pietrarsa un grande stabilimento, voluto dai Borbone «perché del braccio straniero a fabbricare le macchine mosse dal vapore il Regno delle Due Sicilie più non abbisognasse».
Dal 1843 lo stabilimento produceva locomotive e riparava materiale ferroviario ma, dpo l'Unità, la  siderurgia, oltre Pietrarsa, il nuovo regno aveva l'Ansaldo a Genova.
La scelta su quale conservare come industria di Stato cadde sull'Ansaldo e per Pietrarsa fu  una condanna inesorabile. Si decise  una veloce dismissione, con la cessione dell'impianto a un privato che, per risparmiare, chiuse la scuola d'arte per la formazione degli operai, aumentò le ore di lavoro e licenziò. Dapprima si impegnò a mantenere almeno 800 operai dei 1050 di un anno prima, ma poi nell'estate del 1863  annunciò che non avrebbe potuto mantenere i suoi impegni. Licenziamento.  Davanti alla protesta degli operai  furono allertati i bersaglieri.
I rapporti ufficiali parlarono di minacce, insulti ai bersaglieri, ma la reazione fu assai violenta: una carica alla baionetta e poi spari alla schiena sui fuggitivi: quattro morti e dieci feriti,
La rappresentazione, di Aldo Vella con le musiche e i canti originali curati da Diovanni D'Angelo, vedrà la partecipazione di due bravi attori come Rosaria De Cicco e Roberto Capasso.

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