“In questi giorni si è molto parlato delle modifiche da me proposte allo statuto di Abc, l’azienda speciale pubblica che gestisce l’acqua a Napoli. Qualcuno ha voluto intenderle come un’apertura alla privatizzazione. Niente di più falso. Sono e resto totalmente contrario a ogni ipotesi di privatizzazione dell’acqua e altrettanto contrario a qualsiasi ipotesi di trasformazione in SpA. Le modifiche che ho proposto riguardano piuttosto strumenti di partecipazione e controllo che lo statuto già prevedeva, ma che in oltre dieci anni non sono mai stati attivati. Il comitato di sorveglianza non è mai stato convocato e mai è stato redatto il bilancio ecologico. Nel 2018, in qualità di commissario di Abc, provai a colmare almeno in parte quel vuoto facendo approvare cinque bilanci arretrati, dando conto con i dati sull’impatto ambientale e sociale, ma è rimasto un caso isolato. Oggi ci viene in soccorso una direttiva europea del 2022 che impone la pubblicazione dei dati ambientali, e pertanto si potrebbe ipotizzare di sostituire il bilancio ecologico con un obbligo già effettivo e più trasparente. E, al posto del comitato di sorveglianza mai nato, diamo finalmente forma a un comitato di partecipazione vero, con 13 membri e funzioni concrete. Non c’è nulla di nascosto né di ambiguo, piuttosto un tentativo serio di rendere operativi quegli strumenti di democrazia che fino ad oggi sono rimasti lettera morta senza che nessuno dicesse una sola parola. Sostenere che da qui parta un disegno per la privatizzazione significa distorcere la realtà e seminare allarmismo. Se vogliamo difendere davvero l’acqua pubblica, dobbiamo indicare con chiarezza dove stanno i pericoli reali: nel quadro normativo nazionale e regionale che appaiono ostili all’ipotesi di mantenimento dell’azienda speciale. Non certo in chi prova a far funzionare meglio l’esistente La mia storia e il mio impegno parlano chiaro. Non cerco nemici a buon mercato, ma un confronto serio e trasparente”.