“Rischiamo un passo indietro di 40 anni sul diritto delle donne di scegliere l'interruzione volontaria di gravidanza prevista dalla legge 194 del 1978. Nella legge vengono indicati i casi in cui sia possibile ricorrere all’aborto, le procedure da seguire e possibilità del personale sanitario di invocare l’obiezione di coscienza.
Ieri, nel consiglio regionale ligure i consiglieri di Fratelli d’Italia si sono astenuti sulla votazione di un ordine del giorno del consigliere Roberto Arboscello che impegna la Giunta Toti "a garantire alle donne che decidono di non portare a termine una gravidanza in Liguria di effettuare questa scelta senza dover superare alcuna difficoltà nell'accesso alle strutture che effettuano l'interruzione volontaria di gravidanza" data l’alta percentuale di medici obiettori di coscienza nella regione Liguria.
Le nostre mamme e le nostre nonne hanno combattuto alacremente per avere libertà anche del loro corpo ed, in particolare, in un momento così destabilizzante come una gravidanza indesiderata. Hanno combattuto anche coloro che non avrebbero mai fatto ricorso ad un’interruzione di gravidanza perché il diritto alla libertà è un diritto sacrosanto ed, in quanto tale, costituzionalmente garantito.
Vero è che il diritto di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza deve essere contemperato al diritto di ciascuna ginecologa e di ciascun ginecologo all’obiezione di coscienza ma l’uno non può escludere l’altro.
La premier in pectore e, soprattutto, la donna Giorgia Meloni spieghi cosa è accaduto nel consiglio regionale ligure e si impegni nella difesa della legge 194”.
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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