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Comunicato Stampa del Consiglio del 03/07/2020

La commissione Cultura ha discusso del progetto “Ad Maiora”

Nella riunione presieduta da Elena Coccia,l’illustrazione del progetto di ricerca nato da un accordo di collaborazione tra l’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (IRISS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Comitato di Gestione delle Arciconfraternite commissariate della Diocesi di Napoli. Sono intervenuti il Responsabile scientifico dell’IRISS Alfredo Morvillo, la ricercatrice dell’Istituto Marcella De Martino e la responsabile dell’ufficio tecnico del Comitato di gestione delle Arciconfraternite commissariate Daniela Rinaldini

Il progetto di cui si parla oggi, ha spiegato la presidente Coccia, mette al centro il recupero del patrimonio culturale delle arciconfraternite commissariate, un patrimonio artistico enorme, per restituirlo alla partecipazione del territorio e dell’intera città attraverso un processo che vede la comunità protagonista dello sviluppo. Un progetto di valore scientifico che porta la città a riappropriarsi di veri e propri tesori nascosti per fruirne in modo attivo. Avviato nel 2018, ha spiegato il direttore scientifico dell’IRISS CNR Alfredo Morvillo, il progetto nasce da un accordo con le arciconfraternite commissariate per una concomitanza di interessi complementari: il loro, di aprire le chiese alla città, e l’occasione per il CNR di implementare la sua terza missione, che consente, attraverso la diffusione delle conoscenze dei processi di innovazione maturate, di contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale. E questo avviene attraverso lo sviluppo delle relazioni tra tutti i portatori di interessi del territorio in modo da dare vita a progettualità che, pur nel rispetto del luogo e dei suoi valori, adottino modelli gestionali sostenibili in termini economici, sociali e culturali. Le arciconfraternite, invece, non solo mettono a disposizione i luoghi di cui dispongono, ma svolgono un ruolo di collaborazione attiva. Marcella De Martino, prima ricercatrice dell’IRISS-CNR, ha illustrato più in dettaglio il progetto, che riguarda sette chiese, tutte ubicate nel Centro Storico di Napoli Patrimonio Unesco, come la chiesa di S. Pietro in Vinculis, la Chiesa della Misericordia ai Vergini, che sarà sede del progetto e del comitato, e quella di S. Arcangelo a Baiano, dove sono state già realizzate due opere di restauro. La metodologia utilizzata parte dall’analisi del contesto e mette in piedi un sistema che tiene conto di tutti gli attori pubblici e privati che si muovono sul territorio e mira, attraverso il riuso del bene, a ricostruire l’identità della comunità, offrendo a contesti urbani, a volte privi di spazi comuni, luoghi di confronto dei cittadini per renderli soggetti attivi delle attività che saranno messe in campo per lo sviluppo di imprese sostenibili e per la costruzione di strategie di lungo periodo. Si tratta spesso di luoghi dove lo spirito di identità è sopito proprio perché i residenti non hanno la possibilità di avere luoghi di aggregazione, invece desiderati, come dimostra il fatto che, in questi giorni di attività a S. Arcangelo a Baiano, molti residenti sono andati a vedere come si lavorava. Daniela Rinaldini, del Comitato di gestione delle Arciconfraternite commissariate, ha spiegato che per decenni questi enti, nonostante la loro titolarità di un patrimonio architettonico e artistico di grandissimo valore, si sono dedicate esclusivamente alle aree cimiteriali, con uno sguardo miope rispetto alle esigenze del territorio e della cittadinanza. Cinque anni fa, poi, centosessantasei arciconfraternite furono commissariate e affidate alla gestione di padre Salvatore Fratellanza che decise di servirsi della competenza di un tecnico interno e di avviare un nuovo percorso di apertura al territorio con lo strumento del comodato d’uso gratuito. A seguito di episodi sgradevoli che hanno portato alla luce un uso non conforme alla natura dei luoghi, si è avviata una riflessione sulle arconfraternite e sul loro ruolo storico: esse nacquero non solo per dare sepoltura alle persone del popolo, in alternativa alle fosse comuni, ma soprattutto per sostenere le persone bisognose. L’incontro con il CNR, che tre anni fa chiese alla Curia di riaprire la chiesa di S. Pietro in Vinculis, fu l’occasione per verificare la convergenza di obiettivi: le strutture devono servire ai territori per fornire occasioni di cambiamento per le persone. È una grande sfida, questa, soprattutto per i costi di gestione elevati, ma la convinzione è che si possano ottenere buoni risultati Marta Matano (Movimento 5 Stelle), Elena De Gregorio (DemA) e Luigi Zimbaldi (Misto) hanno apprezzato lo spirito del progetto in cui il turismo diventa sostegno allo sviluppo del territorio e non solo un modo per consumare risorse senza costruire niente di duraturo. Ottima, in particolare, l’idea di utilizzare le chiese per farle diventare riferimento dei territori e per farne luoghi di cultura, arte e opportunità di formazione. D’accordo anche Marilù Vacca, intervenuta per l’assessorato alla Cultura guidato da Eleonora de Majo: il progetto va nella direzione giusta e pertanto si potranno approfondire forme di sostegno e di collaborazione dell’Amministrazione. Un sostegno che secondo Alfredo Morvillo, che ha risposto ad una richiesta della presidente Coccia di indicare quali modalità la commissione e l’Amministrazione possano mettere in campo per essere di supporto alla riuscita, deve passare attraverso il successivo controllo del territorio, in quanto non tutti i residenti accolgono positivamente la presenza delle attività in luoghi prima chiusi e spesso usati in modo improprio da una parte di popolazione. La presidente Coccia ha assicurato l’impegno della commissione a sostenere il progetto e anticipato la presentazione di un ordine del giorno specifico al prossimo Consiglio comunale.

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