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Comunicato Stampa del Consiglio del 16/06/2020

Edilizia Residenziale Pubblica: la commissione Politiche per la Casa sollecita un’unica procedura per gli alloggi di proprietà comunale e regionale

Nella riunione presieduta da Vincenzo Solombrino è stata analizzata la questione delle residenze negli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà comunale e regionale, attualmente regolamentate in maniera differente. Sono intervenuti il dirigente del Servizio Stato Civile e Anagrafe, Luigi Loffredo, e l’assessora all’Anagrafe, Rosaria Galiero.

Un argomento particolarmente sentito da molti cittadini, ha chiarito il presidente Solombrino, portato all’attenzione della commissione dal consigliere Salvatore Guangi (Forza Italia).

Un ringraziamento preliminare, ha detto Guangi, va rivolto al dirigente Luigi Loffredo per il lavoro svolto fino a oggi su questo tema e per la grossa responsabilità assunta, collegata alla previsione di concedere la residenza ai cittadini che abitano in un alloggio di edilizia residenziale pubblica di proprietà comunale senza essere titolari del titolo di assegnazione.

La problematica, ha ricordato il consigliere, interessa tutte le Municipalità, in particolare quelle sui cui territori insistono numerosi insediamenti Erp. Le norme inserite nel Decreto Lupi del 2014 hanno messo fine al mercato illegale fiorito intorno agli alloggi popolari, creando, però, il problema del riconoscimento della residenza a chi è familiare di persona in possesso del titolo di assegnazione dell’alloggio o in attesa di voltura o regolarizzazione del titolo abitativo emesso in precedenza a nome di un congiunto. La circolare emessa negli anni scorsi ha risolto temporaneamente il problema, e si ritiene che si debba continuare su questa linea nell’interesse dei tanti cittadini che non possono ottenere la residenza, rimanendo privati di tutti i diritti connessi, come l’assistenza sanitaria o la possibilità di iscrivere i figli a scuola. Occorre trovare una soluzione che si possa applicare a tutti gli alloggi di edilizia popolare: per quelli regionali, l’Acer crea grossi problemi in merito, e pertanto occorre convocare un tavolo col suo presidente ed ex consigliere comunale David Lebro affinché si arrivi a una soluzione condivisa.

Il dirigente Loffredo ha spiegato che è in corso l’attività necessaria a dare una risposta ai cittadini che sempre più numerosi negli ultimi mesi hanno posto il problema della residenza. Anni fa fu emanata una circolare basata su una risoluzione del 2015 del Ministero dell’Interno che prevede la possibilità di riconoscere una residenza di prossimità anche a chi occupa senza titolo un immobile, applicando lo stesso principio dei senza fissa dimora, per i quali la residenza viene riconosciuta non con riferimento a un’unità abitativa, che in questo caso è quella dove si abita senza titolo, ma in relazione alla prossimità del civico dell’abitazione. In questo modo si evitano contenziosi futuri con i proprietari degli immobili, anche se per ora questo principio viene applicato solo a quelli di proprietà del Comune di Napoli gestiti dalla Napoli Servizi. L’ex Iacp non è favorevole a questa soluzione, né la stessa si adotta per le proprietà private.

Visto il numero consistente di richieste e il periodo di lockdown che ha causato il blocco delle attività, l’assessora Galiero sta lavorando alla questione insieme all’Avvocatura per trovare la soluzione più adatta ed elaborare un indirizzo dell’Amministrazione. Per gli occupanti di alloggi popolari di proprietà dell’ex Iacp, ad oggi si procede chiedendo l’esibizione dell’autorizzazione dell’istituto all’ospitalità temporanea, che in questo caso viene riconosciuta come titolo per ottenere la residenza. Va ricordato che Napoli è il primo Comune metropolitano a portare avanti questa modalità, ma con l’aumento del numero delle richieste occorre trovare una soluzione definitiva.

L’assessora ha ricordato come la commissione abbia più volte, in passato, sollevato questa problematica, dalla quale discende il riconoscimento di una serie di diritti civili e costituzionali e che è ancora più urgente in questo periodo di pandemia con riferimento all’assistenza sanitaria e alle misure di sostegno al reddito delle persone. Per questo, insieme all’assessora alle Politiche per la Casa Monica Buonanno, ha inviato una nota ufficiale all’Acer con la richiesta di un incontro per trovare un accordo su questo tema; una richiesta che però ancora non ha ottenuto una risposta. Si sta cercando, infatti, di uniformare le procedure non solo all’interno dell’Amministrazione, con regole uguali per tutte le Municipalità, ma anche rispetto agli alloggi di proprietà dell’Acer.

Per Rosario Andreozzi (DemA) è indispensabile un incontro con l’Acer anche sul tema del nuovo regolamento regionale in materia di Erp, peggiorativo rispetto al passato su diversi aspetti, tra cui quello dei parametri di reddito che consentono l’assegnazione e la permanenza negli alloggi. Con le nuove regole si rischia che migliaia di famiglie dopo il 31 dicembre si vengano a trovare in gravi difficoltà, e per questo occorre confrontarsi e condurre una battaglia seria a tutela delle persone più fragili.

Sulla proposta il presidente Solombrino ha annunciato la convocazione in tempi rapidi di un incontro aperto alla partecipazione del presidente dell’Acer.

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