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Comunicato Stampa del Consiglio del 21/01/2022

In Consiglio la relazione dell’assessore al bilancio sul “Patto per Napoli”

In Consiglio comunale, riunito nella Sala dei Baroni, l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta ha relazionato sul “Patto per Napoli”. Subito dopo è iniziato il dibattito.

L’assessore Baretta ha innanzitutto ricostruito il percorso che ha portato all’intesa con il Governo nazionale trasformata in norma nella Legge di Bilancio 2022 (commi 567 - 58).

Il Patto per Napoli prevede un intervento finanziario rilevante, erogato non sotto forma di prestito, mutuo o anticipazione di liquidità, bensì a fondo perduto. Non si esaurisce, ha continuato l’assessore, in un contributo assistenziale, si tratta di un vero e proprio programma di lavoro che coinvolge tutti: governo, amministrazione e politica locale, istituzioni, parti sociali, associazioni e cittadini.

L’assessore ha poi parlato della difficile condizione quotidiana di Napoli, ben rappresentata dalla pesante esposizione finanziaria del Comune che ammonta, al 31 dicembre 2021, a 4.981.062.563 euro (composta da un disavanzo di 2.174.757.130 euro e da un debito finanziario di 1.752.391.976 euro). Ha quindi anticipato le risorse previste per Napoli, dal 2022 al 2025: una cifra che si aggirerà tra i 400 e i 500 milioni. Dal 2026, per 17 anni, è previsto un trasferimento annuo di 100 milioni (complessivamente 800 milioni) da considerare quale contributo di “consolidamento” delle azioni avviate dal Comune per realizzare l’obiettivo di riequilibrio finanziario e di rilancio degli investimenti.

L’assessore ha poi ricordato che è stata scartata la soluzione della dichiarazione di dissesto del Comune per le norme troppo punitive che regolano il dissesto e che deprimono l’economia locale. Il bilancio comunale, inoltre, anche se fosse all’improvviso sgravato dal debito, manterrebbe per molti anni una fragilità, meglio dire precarietà, nella gestione ordinaria: ciò almeno fino a quando non potremo registrare un miglioramento costante della riscossione, sia con l’allargamento della platea dei contribuenti che con la riduzione della eccessiva evasione. Il pareggio, o meglio, l’equilibrio di bilancio, non dipende, dunque, soltanto dall’abbattimento, necessario, del debito, ma, soprattutto, dalla certezza delle entrate proprie.

La soluzione adottata, ha continuato l’assessore, “incatena” lo Stato alle sorti della città per un lungo tempo, fino al 2042 (quasi per l’intero periodo del debito che si sviluppa, infatti, fino al 2049), un tempo senza precedenti per un intervento a favore dei Comuni. In tale ottica, e forti della garanzia del flusso statale, stiamo per avviare incontri con i titolari dei nostri mutui, per perseguire una riorganizzazione delle rate del capitale e la conseguente riduzione degli interessi.

Il percorso che attende il Comune, ha continuato l’assessore, è impegnativo, complicato e coraggioso: la norma è il presupposto per avviarlo. Tra meno di un mese sarà stipulato l’accordo. Il Comune si impegna ad una serie di interventi che assicurino risorse proprie e un’ulteriore riduzione della esposizione del bilancio attraverso scelte strategiche, provvedimenti organizzativi, misure fiscali. Su quest’ultimo punto, l’assessore ha escluso interventi fiscali per tutto il 2022, salvo, ovviamente, la lotta alla evasione.

L'obiettivo da conseguire è l’allargamento della base imponibile; ovvero della platea dei contribuenti e il recupero dell’evasione, ha spiegato l’assessore che si è poi soffermato sui temi del miglioramento della riscossione, dell’evasione dei tributi, soprattutto della Tari, e del patrimonio immobiliare. È un errore, ha insistito, sia contabile che politico, utilizzare il patrimonio per operazioni di aggiustamento del bilancio, gonfiando il valore presuntivo delle alienazioni realizzabili. Ciò che va fatto è perseguire una linea di valorizzazione, attraverso concessioni e riqualificazioni, da affiancare a una previsione molto prudenziale delle alienazioni che vanno comunque praticate, ma con oculatezza. Sulle partecipate, ha concluso, l’intesa con il Governo prevede una loro riorganizzazione; non vanno perciò escluse collaborazioni con Enti e società specializzate ma la preoccupazione di una privatizzazione è del tutto fuori luogo: le reti, in particolare, non si privatizzano, semmai si affidano in gestione. Infine, l’assessore Baretta si è soffermato sul previsto piano di transazioni tombali (saldo e stralcio) nei confronti dei creditori commerciali, che ha destato molti allarmismi, e ha comunicato che il Comune emetterà a giorni un avviso che annuncerà, nelle forme più consone e diffuse, l’avvio della procedura.

L’assessore ha precisato che l’accordo che l’amministrazione stipulerà entro il 15 febbraio sarà verificato semestralmente (a partire dal dicembre 2022) dalla Commissione per la stabilità finanziaria, insediata presso il Ministero dell’Interno, e che l’inadempienza del piano sottoscritto comporta la perdita del contributo e la segnalazione alla Corte dei Conti, che, dopo i primi due anni di verifica, potrà applicare le norme del dissesto.

La firma del Patto, ha concluso, è il primo atto della nuova storia che vogliamo vivere per il rilancio della città di Napoli che vuole un futuro migliore.

Dopo la relazione dell’assessore Pier Paolo Baretta, in Consiglio è iniziato il dibattito. C O N T I N U A

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