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Mostra di Gianni Pisani. Uomo che cammina

A cura di Maria Savarese

Dal 10 marzo al 17 aprile 2016 al PAN

Con una grande mostraa cura di Maria Savarese, dal titolo Uomo che cammina, ospitata in diverse sedi, Napoli celebrerà dal 9 marzo al 17 aprile 2016 Gianni Pisani, Maestro tra i più originali ed enigmatici del Novecento italiano, il cui rapporto con il capoluogo campano fu decisivo sin dall'inizio della sua produzione artistica. Il progetto espositivo, è promosso dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, guidato da Nino Daniele, realizzato grazie al contributo di Seda e gode del Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee. Il percorso artistico di Pisani è raccontato attraverso alcuni luoghi simbolo della cultura cittadina, dove sono conservate in forma permanente sue opere, molte delle quali poco note, culminando in un nucleo centrale al PAN | Palazzo delle Arti, dove saranno esposti lavori di grandi dimensioni, molti dei quali inediti. Inoltre esso sarà itinerante, con finalità turistico culturali, essendo infatti volto alla valorizzazione del patrimonio storico - artistico della città di Napoli e dei suoi beni culturali materiali ed immateriali."La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ha concesso il Matronato alla presentazione, articolata in diverse sedi sul territorio regionale, delle opere di Gianni Pisani, e alla conseguente valorizzazione del patrimonio d'arte contemporanea e della rete delle istituzioni deputate alla loro conservazione e promozione operanti nella Regione Campania: presentazione in grado di creare percorsi di visita e studio integrati fra diversi ambiti e epoche e di rivolgersi a ampie e diversificate fasce di pubblico".
In mostra  22 opere degli ultimi anni (2013-2105), più tre serie/racconti: Il Mare, con lavori dal 2003 al 2014 (8 opere); Il Bosco, (12 opere) dal 2005 al 2008; Uah (13 opere) 2004-2005. L'ultima serie è della fine del 2015 Uomo che cammina che da' il titolo e il senso all'intero percorso, in cui "l'enfant terrible", come è stato definito negli anni 60', o " il portatore di traumi", come lo chiamò Lea Vergine all'indomani della sua personale alla Galleria Apollinaire di Milano,si presenta in modo nuovo, addolcito dagli anni, che non sono riusciti però a scalfire la forza del suo lavoro, che continua ad essere un racconto intimo e involontariamente anche violento, per la naturale spudoratezza con cui si mostra nelle ultime opere.
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