Comune di Napoli - Aree Tematiche - Sicurezza - Protezione Civile - Rischi Sul Territorio - IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
Contenuto della Pagina
I rischi sul territorio: IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
A cura dell'ID Geologo Carlo Casaburi
- Il Rischio Idrogeologico è un rischio specifico del territorio connesso ai fenomeni alterativi dell'acqua ed è strettamente legato alla dinamica esogena della terra; è talvolta prevedibile poiché deriva da possibili effetti di eventi meteorici rilevanti, dalla dinamica dei corsi d'acqua, dall'instabilità dei versanti o dagli effetti indotti da eventi vulcanici o sismici. Attraverso lo studio dei caratteri geologici. morfologici, idrogeologici, climatici e biologici del territorio è possibile individuare probabili precursori di scenario (come ad esempio le condizioni meteorologiche avverse) e determinare in alcuni casi degli indicatori di soglia accertati sulla base di specifiche conoscenze pregresse (come l'individuazione di livelli idrometrici pericolosi o come il rilevamento di particolari fenomeni di degradazione dei versanti).
- Alla base dei processi morfogenetici, da cui deriva la pericolosità idrogeologica, vi è l'erosione del suolo che rappresenta la fase iniziale delle future situazioni di squilibrio; pertanto l'azione dell'uomo per limitare i danni deve dirigersi al controllo dei fenomeni naturali che determinano l'erosione del suolo e il modellamento dei versanti.
- I principali processi morfogenetici riguardano la degradazione meteorica, i movimenti lenti del regolite (soil creep e soliflusso), il dilavamento superficiale ed i movimenti franosi .
- I fenomeni evolutivi del territorio, come i fenomeni franosi, sono regolati da cause predisponenti e cause determinanti. Le prime comprendono gli aspetti litologici, giaciturali, strutturali, morfologici, idrogeologici, alterativi di resistenza ecc. Le seconde riguardano accadimenti naturali o antropici che, combinati con le cause predisponenti, sono capaci di innescare, in un determinato momento ed in certa area, l'insorgere dei fenomeni alterativi.
- Le cause d'innesco dei fenomeni alterativi dell'acqua sono d terminate, o anche incrementate, dal massiccio carico di strutture antropiche sul territorio e la mitigazione degli effetti negativi dipende dalla capacità di individuare la vulnerabilità ambientale e dalle misure che si riescono ad adottare in modo adeguato alla protezione delle risorse del territorio.
- Il principio della previsione dei rischi, relativo all'analisi e all'individuazione dei fenomeni calamitosi, e il concetto della prevenzione dei rischi, mirato a mitigare o a rimuovere le cause determinanti degli eventi catastrofici, sono stati recepiti nelle normativi nazionali e regionali al fine di creare piani e programmi tesi alla previsione e gestioni delle grandi catastrofi.
- Il quadro normativo vigente che riguarda il rischio idrogeologico sul territorio si riallaccia a due filoni principali, uno relativo alla protezione civile (tra cui è di fondamentale importanza la L.225/92 istitutiva del servizio Nazionale di Protezione Civile) e l'altro relativo alla normativa tecnica di settore (tra cui la L.183/89 legge quadro sulla difesa del suolo) integrata da leggi relative all'urbanistica e all'edilizia.
- In materia di protezione civile, in base al principio di sussidiarietà dell'azione amministrativa, i Comuni sono impegnati come livello generale sul piano delle funzioni amministrative, mentre restano le funzioni e i compiti statali previste dal D. L.vo n° 118/98. Al Comune spetta la redazione del piano comunale di emergenza e, in base alle capacità tecnico organizzative, il compito di provvedere a tutti gli interventi urgenti a salvaguardia della pubblica e privata incolumità.
- Il risanamento dell'ambiente fisico inizia sia considerando un più vasto piano di difesa del suolo a livello di unità morfologica quale ad esempio, un bacino idrografico, sia considerando gli interventi a scala locale per il recupero delle singole situazioni alterate.
- A livello di bacino idrografico è da evidenziare che il territorio della Regione Campania è particolarmente suscettibile al dissesto idrogeologico ed in particolare per le diverse tipologie di frana, per la presenza di cavità sotterranee, per fenomeni alluvionali, per le intense erosioni dei versanti e delle aree costiere.
- In seguito ai disastri franosi nella Regione Campania del 1998è stato emanato il D. Lgs. n°267 del 3 agosto 1998 in cui è stata prevista l'adozione urgente da parte dell'Autorità di Bacino dei Piani Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI), già previsti dalla L.183/89. Tali Piani, dove sono state individuate le aree a rischio idrogeologico, forniscono elementi indispensabile per definire gli scenari di rischio del territorio da inserire nei piani d'emergenza redatti dai Comuni.
- I Piani Comunali d'emergenza di Protezione Civile devono prevedere sia attività informative sia la promozione all'auto-protezione dei cittadini che vivono nelle area a rischio.
- A livello di scala locale si deve segnalare che a seguito dei dissesti che si verificarono nell'inverno 1996/97, il Sindaco di Napoli venne nominato Commissario straordinario per l'emergenza al sottosuolo con Ordinanza del Ministero dell'Interno n°2509. Tale ordinanza consentiva al Commissario di avvalersi di un Comitato Tecnico per la formulazione di pareri sulla progettazione per gli interventi di emergenza per eliminare situazioni di pericolo del sottosuolo e dei versanti. L'attività del commissario delegato è legata sia agli interventi connessi con l'emergenza e con il risanamento urgente, sia alle indagini sistematiche necessarie alla prevenzione del rischio. Dall'attività del commissario sono emerse le principali problematiche per la mitigazione o l'eliminazione dei fattori di rischio connessi al territorio napoletano. Tali problematiche riguardano gli interventi da realizzare alla rete fognaria e drenante, alle cavità sotterranee, alle opere di sostegno, ai costoni tufacei ed ai pendii in terreni sciolti.