Comune di Napoli - Pubblico appello ai protagonisti della vita culturale ed artistica di Napoli
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Pubblico appello ai protagonisti della vita culturale ed artistica di Napoli

6, 7 ed 8 dicembre, piazza del Plebiscito - Fiera del consumo critico "ARIAPERTA"

 

"Quest'anno, nonostante tante difficoltà, il Natale a Napoli è contrassegnato da un'offerta culturale ed artistica che ha pochissimi paragoni in altri luoghi d'Italia.
Di ciò la città è riconoscente agli artisti, agli imprenditori e alle istituzioni promotrici di cultura. Tra poche ore in città avrà luogo un avvenimento che possiamo definire l'evento culturale più importante di questo Natale a Napoli. Definizione sulla quale sono certo che converrete con me.
Ed è per esso che, nella impossibilità di raggiungervi tutti singolarmente, vi rivolgo un pubblico appello affinché ve ne rendiate coralmente protagonisti. Nei giorni 6, 7 ed 8 dicembre Napoli sarà la capitale d'Italia nella lotta alle mafie.
A piazza del Plebiscito, organizzata dalla FAI (Federazione Italiana delle Associazioni Antiracket ed Antiusura) si svolgerà la fiera del consumo critico "ARIAPERTA" in cui gli imprenditori che hanno denunciato gli estorsori dei clan esporranno i loro prodotti. Manifestazione che non ha fini di lucro ma di combattimento civile. Convergeranno nella nostra più importante area all'aria aperta i commercianti e gli imprenditori che, a Napoli ed in ogni parte del Sud, hanno con la loro dignità ed il loro coraggio aiutato lo Stato a infliggere duri colpi alle organizzazioni mafiose e dato senso pieno e pregnanza sociale e costituzionale al termine imprenditore.

 

Non molto tempo fa, quando un commerciante denunciava gli aguzzini del racket, il suo negozio si svuotava. La gente rifuggiva dal farvi acquisti, non tanto per il timore di essere coinvolta nelle ritorsioni, quanto per quella sorta di omertà servile e preventiva che ostentava una indifferenza, una esplicita dichiarazione di non schierarsi a favore di chi aveva osato sottrarsi ad una sorta di stato di necessità, di legge dominante sovvertendo la quale si creavano problemi ad un andare delle cose immutabile. Qualche anno fa un gruppo di giovani palermitani tappezzò le mura della città e le vetrine dei negozi con un manifesto con poche e semplici parole: "un popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità". La FAI ha trasformato quel gesto di riscossa in una strategia che sta cambiando e può cambiare l'assenza di dignità in nuova stagione di orgoglio e riscatto.
Da quel manifesto è nato un movimento che si chiama consumo critico. Un gesto semplice con cui ciascuno di noi può cambiare il mondo. Gesto in sintonia con lo spirito autentico del Natale, sottratto ad un consumismo cieco, passivo ed eterodiretto. Vale la pena di ricordare che la tessera numero 1 della Fai è quella del cardinale Crescenzio Sepe. Compierlo, quel gesto, criticamente e con discernimento, in primo luogo a sostegno degli imprenditori antiracket, ribaltando il passato recente di subordinazione di massa alle regole di dominio sul territorio dei clan, è una decisione di libertà.
Ciò spingerà anche altri a fare altrettanto.

 

"Per questo vi esorto nei giorni della fiera a passare per quegli stand, a testimoniare con la vostra presenza, con una parola di sostegno, che l'arte e la cultura hanno il proprio fine nel rendere i cittadini e le persone migliori, e a ricostruire quei legami sociali che la crisi lacera e dissolve.
Le mafie, le zone grigie, l'indifferenza, costituiscono il nostro principale svantaggio competitivo. Lavoriamo insieme perché tutti i negozi dei nostri centri commerciali espongano il logo di "addio pizzo". Napoli è oggi l'area del Paese dove l'esperienza antiracket ha avuto i migliori risultati. Consolidiamoli ed estendiamoli. Come ha ricordato il Presidente Napolitano nel suo discorso al Maschio Angioino in occasione del 70° anniversario delle 4 GIORNATE della liberazione dal nazifascismo: "Napoli e i napoletani non avrebbero potuto dar vita a un moto di riscossa popolare inimmaginabile sulla base dei peggiori stereotipi diffusi contro di loro, se non avessero posseduto in sé esperienze storiche e risorse umane e morali che restano un formidabile potenziale per tutto il paese. Un potenziale da far esprimere attraverso una impietosa e coraggiosa autocritica cui Napoli e il Mezzogiorno non possono sottrarsi e attraverso una obilitazione per il cambiamento, una mobilitazione collettiva per ardua che appaia, di certo non impossibile e ancor più certamente necessaria, nel senso di una necessità vitale e urgente per la nostra salvezza".
Vorrei concludere citando le parole con cui Benedetto Croce dedicò a Napoli le pagine del suo Diario del 1943-44, quando l'Italia era tagliata in due:
 
"Alla mia Napoli
che non ha chiesto né vagheggiato
autonomie e separatismi
religiosamente fedele
a quella idea dell'unità nazionale
che i suoi uomini del 1799
propugnarono tra i
primi dedico il diario
di un periodo nel quale
separati di fatto all'Italia di continuo pensammo
anelando di tornare
tutt'uno con lei".

 

A queste parole possiamo dare concretezza tutti insieme e sempre di più a partire da Piazza del Plebiscito il 6/7/8 dicembre".

Nino Daniele
Assessore alla cultura ed al turismo del Comune di Napoli