Comune di Napoli - Capolavori da riscoprire in città: conversazioni con i curatori. Chiesa di San Giorgio dei Genovesi
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Capolavori da riscoprire in città: conversazioni con i curatori. Chiesa di San Giorgio dei Genovesi

Dodici itinerari, l'ultimo sabato di ogni mese insieme ai curatori, durante i quali saranno visitati luoghi chiusi o nascosti, sorprendenti piccole chiese e straordinari edifici. Sabato 31 agosto  2013 - ore 11.00 Chiesa di San Giorgio dei Genovesi. Appuntamento via Medina, 56

L'ottava conversazione con il curatore comprende l'approfondimento di due chiese del "Rione Carità" che, dall'Ottocento al dopoguerra ha subito un vero e proprio stravolgimento dell'antica planimetria e dell'antico tracciato urbanistico e architettonico, con l'aggravante che non si sono rispettate le norme che regolavano le altezze degli edifici.
 
Pertanto le importantissime chiese che vi sorgono appaiono estraniate dall'antico contesto, circondate da edifici moderni spesso di discutibile qualità, che le soffocano. Ma forse proprio per questo, la visita assumerà un valore speciale.

Capolavori da riscoprire in città: conversazioni con i curatori. Chiesa di San Giorgio dei Genovesi
 
 

San Giorgio dei Genovesi

La chiesa di San Giorgio dei Genovesi fu fatta edificare nel 1587 dalla "Nazione Ligure", composta perlopiù da mercanti, nella strada delle "Corregge", oggi via Medina. Essa sorse sull'edificio della "Commedia Vecchia", il primo teatro stabile di Napoli. Il tempio fu completamente restaurato nel 1620 da Bartolomeo Picchiatti; preceduto da una scalinata e da un ampio sagrato, presenta una pianta a croce latina. Nel corso del Seicento e del Settecento fu decorata da alcuni dei maggiori artisti del tempo: Domenico Fiasella, Jacopo Cestaro, Francesco De Mura. Poiché è chiusa da anni, molte delle sue opere sono custodite nella vicina chiesa della Pietà dei Turchini.
 

Pietà dei Turchini

La chiesa è un monumento emblematico della civiltà napoletana dell'età barocca, significativa sintesi di carità, cultura ed arte; le era annesso un conservatorio di musica, che oggi dà il nome ad un'istituzione musicale con sede nella Chiesa di Santa Caterina da Siena. L'edificio religioso  conserva numerose opere d'arte che il mecenatismo o la carità di illustri personaggi resero possibile. Oltre le sculture in marmo di Lorenzo Vaccaro e Dionisio Lazzari, l'arte pittorica ci offre una summa della pittura a Napoli, fra la fine del manierismo, gli albori del classicismo e, soprattutto, alcuni pezzi capitali del naturalismo come  l'Angelo Custode di Filippo Vitale, La Sacra famiglia di Battistello Caracciolo e L'Adorazione dei pastori di Juan Do.