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Chiesa di San Giorgio Maggiore

San Giorgio Maggiore

L'ingresso principale della chiesa è da piazza Crocelle ai Mannesi e presenta l'antico abside paleo-cristiano formato da un semicatino su tre archi impostati su due colonne, con capitelli corinzi di materiale di spoglio e con pulvino adorno di croce a forma greco-latina. La chiesa, si pensa, rappresentava la sede vescovile del rito orientale che ancora nel X secolo d.C. era presente a Napoli, unitamente al rito latino che aveva la sede vescovile in Santa Stefania, ora Duomo di Napoli.

Rifatta nel XVIII secolo da Cosimo Fanzago, in origine a tre navate, attualmente ne presenta solo due, in quanto la navata di destra fu distrutta a seguito dell'ampliamento di via Duomo nel XIX secolo. La copertura è costituita da tre cupole, quella centrale più grande che poggia su uno svettante tamburo e le altre due più basse a forma di scodella. Sugli altari laterali della navata principale si ammirano tele di Francesco Peresi (1713), allievo di Francesco Solimena, mentre in prossimità dell'ingresso laterale, su via Duomo, è posta la Cattedra di San Severo.
 
Sul lato opposto si trova il pulpito, molto rimaneggiato nel corso dei secoli, che sul davanti presenta un tondo raffigurante una Madonna col Bambino, presunta opera di Diego De Siloe. Nel presbiterio vi è un crocifisso ligneo del XII secolo mentre l'altare, ad opera di Camillo Lionti, è del 1786 e presenta ai suoi lati le raffigurazioni femminili dell'Orazione e della Chiesa, opere dello scultore Angelo Viva. Dietro l'altare, in un vano, si conservano, all'interno di un rocchio di colonna romana, le reliquie di San Severo.
 
Nell'abside si ammirano due tele, di grandi dimensioni, di Alessio d'Elia, altro pittore solimeniano, raffiguranti una San Severo e l'altra San Giorgio. La tela di San Giorgio è sistemata su un telaio incernierato tale da essere movibile, al fine di rendere visibile anche il sottostante affresco di Aniello Falcone raffigurante lo stesso San Giorgio. Di particolare rilevanza ed unica nella sua rappresentazione è la scena dell'uccisione del drago da parte del Santo. Nella terza cappella, della navata a sinistra, si ammira un trittico affrescato da Francesco Solimena. L'antica sacrestia conserva, inoltre, dipinti del XVII e XVIII secolo.