Prima di illustrare il prospetto che è stato predisposto dal Comune di Napoli è necessario soffermarsi su alcuni concetti di base ed invitare il lettore alla lettura della Sintesi degli aspetti metodologici elaborata dall'Istat che si riporta in calce al presente documento.
I dati statistici sui prezzi
Gli indici dei prezzi al consumo misurano le variazioni medie dei prezzi che si formano nelle transazioni relative a beni e servizi di consumo scambiati tra gli operatori economici ed i consumatori privati finali.
Essi si differenziano in relazione alla popolazione dei consumatori alla quale si riferiscono ed alla composizione del paniere di consumi considerata. Fino al 1996 l'ISTAT ha prodotto due diversi indici dei prezzi al consumo: l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività e l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Dal 1997 è entrato a far parte degli indici al consumo un ulteriore indice, l'indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell'Unione Europea.
Tutti gli indici nascono da un'unica rilevazione dei dati, svolta, secondo metodi e norme stabilite dall'ISTAT, dagli Uffici comunali di statistica dei Comuni capoluoghi di provincia, presso un campione di punti di vendita autonomamente selezionato. Il campione rappresenta le principali tipologie di vendita frequentate dai consumatori per i loro acquisti; la gamma dei servizi e prodotti per i quali si rilevano i prezzi comprende quelli che più frequentemente ricorrono nelle spese della maggior parte dei consumatori, e le cui variazioni medie di prezzo possono considerarsi rappresentative dell'intero fenomeno. La periodicità delle rilevazioni è diversa a seconda delle varie categorie di beni e servizi. Come base degli indici sono state prese, per ogni bene e servizio, le medie annue dei prezzi rilevati nel 1995. Gli indici elementari di prodotto sono calcolati con media aritmetica semplice. Per il calcolo degli indici sintetici generali, di gruppi e categorie di prodotti e di capitoli di spesa sono utilizzate ponderazioni (calcolate con la formula di Laspeyres) tratte dalle stime dei valori dei consumi privati di contabilità nazionale e dalle rilevazioni sui consumi delle famiglie, svolte periodicamente dall'ISTAT.
L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale è calcolato con riferimento all'intera popolazione presente sul territorio nazionale e all'insieme di tutti i beni e servizi acquistati dalle famiglie ed aventi un effettivo prezzo di mercato.
L'indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell'Unione Europea è prodotto al fine di comparare al meglio le dinamiche dei prezzi al consumo in ambito comunitario. L'indice viene calcolato dai paesi membri dell'Unione utilizzando le stesse regole di calcolo su un paniere di beni e servizi costruito tenendo conto sia delle particolarità di ogni paese sia di regole comuni per la sua definizione. La popolazione e il territorio di riferimento sono uguali a quella dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività. Il paniere è fisso, rappresentativo dei consumi delle famiglie, armonizzato nei diversi stati membri dell'Unione Europea per poter assicurare la migliore comparabilità internazionale.
Gli indici nazionali sono ottenuti per medie aritmetiche dei Comuni capoluoghi; i pesi attribuiti a questi ultimi sono proporzionali ai valori delle abitazioni costruite in ciascuna regione nell'anno 1995