Comune di Napoli - Albergo dei Poveri, idee ed eventi per il futuro
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Albergo dei Poveri, idee ed eventi per il futuro

Professionisti e comunità insieme per cercare soluzioni innovative: nel reportage sul Real Albergo dei Poveri, ecco il workshop di idee a partecipazione libera con esperti internazionali di rigenerazione urbana come Ricky Burdett, Jean-Louis Missika, Adrian Ellis e Ferruccio Izzo. Obiettivo: riaprire gradualmente lo storico sito alla città.

"Oggi la cosa importante da cui partiamo è il cambiamento di approccio. La prima idea è di fare un intervento in modo da riaprire questo luogo alla città, la seconda è avere una serie di attività sia permanenti che temporanee che cambino il modo in cui l'edificio entra nella città". Così Ricky Burtett, urbanista inglese direttore della Lse Cities, un centro globale di ricerca e insegnamento presso la London School of Economics and Political Science, tra i cui lavori ci sono anche quelli per le Olimpiadi 2012, spiega le sue idee sulla completa ristrutturazione dell'Albergo dei Poveri a Napoli, in partenza con i primi 100 milioni del Pnrr. Burtett è stato chiamato dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi come architetto per i lavori e già dalla scorsa estate è stato spesso in città per studiare attentamente cosa fare e che passi intraprendere, a diverse fasi. "Sono molto positivo per il mio coinvolgimento ufficiale che è partito dall'estate scorsa. Il mio ruolo non è quello di arrivare e risolvere il problema, ma lavorare con chi sta pensando al futuro della struttura e con chi vive nella zona. Questo palazzo non è stato goduto finora dai cittadini di Napoli come meritava, questo cambierà. Il lavoro in un edificio progettato del 1749 da Ferdinando Fuga non richiede tanta fantasia, perché gli spazi interni ed esterni in questo palazzo enorme sono incredibili. Ora dobbiamo lavorare per aprire l'edificio alla città, renderlo poroso, permeabile. Io non sono un archistar ma so che l'edificio va fatto rivivere usando il suo dna naturale". "in Italia - spiega Burtett - ci sono tanti possibili ostacoli burocratici, come in altre parti del mondo. Per portare avanti un progetto di questo tipo ci vuole una visione politica, i fondi del Pnrr aiutano, ma vanno spesi in modo intelligente. Io immagino tante funzioni di questo edificio enorme, ma parto dal fatto che in questo caso il nostro ruolo è ascoltare, non arrivare da soli con un programma. Ci possono essere spazi per i giovani, per le famiglie, per stare insieme e parlare. Io vedo un misto anche culturale in cui si può mangiare, bere, ballare, fare cose parte della vita e del dna napoletano". 

"Qui in Piazza Carlo III aprirà anche la stazione della Linea 10 della metropolitana, che collegherà questo luogo al resto di Napoli e ai Comuni della provincia. La piazza e l'Albergo dei Poveri saranno un nuovo luogo della città, un luogo di vita con prospettive, con istituzioni permanenti nel palazzo, considerando anche la sua posizione sulla piazza e che sarà aperto, non dico 24 ore al giorno, 16 me ne bastano". Lo ha dichiarato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. "Lavoriamo per migliorare Piazza Carlo III e questa area di città che potrà avere una nuova animazione e poi pensiamo anche al rapporto con l'orto botanico che confina con l'Albergo dei Poveri e sarà collegato. Questo luogo ha anche una dimensione internazionale e quindi arriveranno pure interessi da altre parti d'Italia e dall'estero ma noi per ora portiamo le esperienze napoletane in un edificio che ha una sua rappresentatività nell'immaginario di Napoli. Ora dobbiamo interpretare quello spirito. Ci immaginiamo che ci sia anche spazio per l'intrattenimento e per il cibo, facendo un discorso culturale con aree che consentono di vivere questi spazi all'interno e all'esterno. Il progetto della ristrutturazione e trasformazione dell'Albergo dei Poveri a Napoli "ha una visione che guarda alla rivisitazione moderna delle motivazioni per cui è stato costruito. Pensiamo a una grande fabbrica di promozione dei giovani, alla creatività a all'alta formazione, alla conoscenza, alla lettura, alle attività sia culturali che di economia. Il nostro obiettivo generale sull'Albergo dei Poveri - ha concluso Manfredi - è molto a lungo termine ma intanto mettiamo ora al meglio alcuni spazi del piano terra che siano accessibili in maniera diretta dalla strada per avere usi temporanei entro la fine del 2023. Abbiamo già fatto una manifestazione d'interesse per attività collettive, creative, workshop, con partecipazione significativa del quartiere e della comunità napoletana".

È una chiamata alle idee: la visione per il futuro dell'albergo dei poveri noi ce l'abbiamo, -le parole della vicesindaco Laura Lieto- il Sindaco ha le idee molto chiare su questo, vogliamo un progetto partecipato. Da questa prima manifestazione sono arrivate delle risposte molto interessanti; continueremo a fare questo ciclo di incontri perché l'ingaggio con la città consente all'immaginario di familiarizzare con questo luogo che è rimasto chiuso per molto tempo, e quindi di renderlo più prossimo alla città, e nello stesso tempo è un brainstorming collettivo.
Il Real Albergo dei Poveri io lo immagino in moltissimi modi diversi, come un posto aperto dove si possono fare delle attività creative, un posto accogliente per la diversità e per le differenze, dove ci si possa incontrare, studiare e lavorare. E lo immagino anche come un posto che funzioni anche di notte, con un ciclo di vita continuo, che non chiude alle cinque del pomeriggio.Chiaramente è una sfida molto grande, intanto perché la fabbrica è enorme, poi perché nasce come un edificio non finito, quindi è stato anche uno sforzo, oltre che politico, anche concettuale, quello di immaginare come affrontare un tema di queste proporzioni: questa è la più grande architettura totale mai costruita in Europa nel XVIII secolo, quindi bisogna misurarsi con una preesistenza e con un monumento assai significativo che ha bisogno di un progetto-processo che venga accompagnato nel tempo. Stiamo anche studiando le formule giuste per poterlo gestire e promuovere dal punto di vista delle iniziative culturali: lo immagino quindi come un posto che rimanga nel tempo, ma che sia capace anche di cambiare nel tempo, questa è la grande scommessa
 
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