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Comunicato Stampa del Consiglio del 25/11/2020

Sostegno alle case rifugio e all’educazione dei sentimenti: la commissione Scuola insieme alle associazioni nel contrasto alla violenza contro le donne

Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle Donne la commissione Scuola, presieduta da Chiara Guida, si è confrontata con le rappresentanti di alcune delle associazioni impegnate nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere sul tema dell’educazione ai sentimenti e al rispetto delle diversità da diffondere nelle scuole

Nella Giornata scelta dalle Nazioni Unite per dire no alla violenza contro le donne, ha detto Chiara Guida, la commissione Scuola ha voluto riunirsi per ricordare che la violenza di genere è un tema che riguarda molto da vicino il mondo della scuola e quello dell’istruzione. Un lavoro che rientra nella fase della prevenzione e che viene portato avanti parallelamente alle attività connesse alla gestione delle persone che hanno subito violenza. Da non dimenticare, poi, l’impegno condotto sul versante del contrasto alle discriminazioni di genere nei libri di testo e nei programmi ministeriali per la formazione dei futuri docenti, dove le figure femminili e i testi scritti da donne risultano residuali o a volte del tutto assenti. Stella Celentano, psicologa dell’associazione “Le Kassandre”, attiva sul territorio di Ponticelli, ha ricordato le attività realizzate nelle scuole nell’ambito del progetto “Un’altra via di uscita”. Un percorso bloccato da marzo a causa della pandemia, che rischia di vanificare il lavoro di anni e che si scontra con le difficoltà delle scuole alle prese con la didattica a distanza. I programmi delle scuole italiane, ha detto, non prevedono infatti ore dedicate all’educazione sessuale e a quella dei sentimenti, e per questo occorre entrare nelle classi e affrontare i temi della decostruzione degli stereotipi di genere, del riconoscimento delle emozioni e dell’educazione al contatto con il corpo. Di fronte ai volontari, infatti, si trovano ragazzi alla ricerca di figure di riferimento, un motivo che spinge le associazioni a battersi per l’istituzione di sportelli di ascolto nelle scuole, soprattutto alla luce della domanda che in questi mesi è cresciuta. Va quindi rivolto un appello alle istituzioni ad attivarsi per sostenere lo sforzo delle associazioni. Antonietta Selvaggio, a nome dell’Arcidonna, ha ricostruito il lungo lavoro iniziato dalle associazioni nelle scuole italiane a partire dagli anni Ottanta, in cui si lottava per avere una legge che riconoscesse la violenza sessuale come un reato contro la persona; una legge arrivata solo nel 1996, vent’anni dopo la prima proposta. Oggi nelle scuole si dovrebbe partire dalla Convenzione di Istanbul, che parla di educazione e prevenzione e chiama in causa tutto il settore educativo. Occorre agire su un piano di consapevolezza dei ragazzi e di conquista della consapevolezza di sé delle ragazze, accompagnandole a rendersi completamente padrone del proprio destino contro gli stereotipi ancora esistenti. In questa attività diventa,così, importante lo scambio tra le esperienze, non ricominciando sempre daccapo il lavoro, ma ripartendo dai traguardi già raggiunti. Una modalità di azione sulla quale ha concordato Patrizia Palumbo dell’associazione “Dream Team - Donne in Rete”, che opera a Scampia, dove è anche presidio di Libera. Un lavoro sul territorio portato avanti insieme ad altre associazioni e alle scuole, che hanno attivato laboratori e costruito percorsi di affidamento di diverse classi per l’alternanza scuola-lavoro. Un obiettivo nuovo, costruito partendo da zero e che ha preparato alla figura dell’operatore dell’accoglienza mettendo l’accento sui temi dell’educazione ai sentimenti e del contrasto delle discriminazioni di genere. Tania Castellaccio dell’associazione “Dedalus” ha parlato della prima casa rifugio inaugurata a Napoli nel 2011, “Casa Fiorinda”, in un bene sottratto alla camorra. Un lavoro fatto non solo di emergenza e offerta di protezione, unendo l’elaborazione politica al fare e dando vita a un luogo dove si contribuisce a modificare la cultura. Da allora più di 200 persone, tra donne e bambini, sono state messe in protezione. Anche i figli delle donne che subiscono violenza sono vittime, perché la violenza di cui sono testimoni scompagina completamente anche il rapporto con la madre. L’Amministrazione comunale si è dotata di un sistema di convenzionamento con otto delle tredici case rifugio presenti in Campania, una regione con 6 milioni di abitanti. Un numero ben lontano da quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul, che indica un posto letto ogni 100mila abitanti. Il 31 dicembre terminerà il finanziamento del PON Metro a “Casa Fiorinda”. Se non verrà nel frattempo approvato il bilancio comunale, non vi sarà l’avviso pubblico per il nuovo PON, un dramma che riguarda anche le altre case convenzionate con il Comune. Anche dopo l’approvazione del bilancio, però, saranno disponibili solo 50mila euro per il nuovo convenzionamento: una cifra assolutamente insufficiente in un momento in cui si registra un aumento della violenza sulle donne. Marta Matano (Movimento 5 Stelle) ha concordato sulla necessità di contrastare, a partire dalle scuole, una cultura che ancora mette al centro gli stereotipi di genere. Atteggiamenti che poi si ritrovano nel mondo del lavoro, dove le donne sono discriminate anche economicamente e nella possibilità di fare carriera. Elena De Gregorio (DemA) ha riconosciuto il difficile lavoro svolto dalle associazioni, sottolineando, alla luce dell’esperienza svolta come assessora alla Scuola nella Municipalità 5, l’importanza di sviluppare, partendo dalle classi, il tema delle discriminazioni femminili per favorire l’educazione al rispetto verso le donne. La presidente Guida ha assicurato il sostegno della commissione alle attività delle case rifugio e ai progetti portati avanti nelle scuole, invitando le associazioni a elaborare una proposta di lavoro da sottoporre all’attenzione del Comune di Napoli.

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