1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu fondo pagina di navigazione
Contenuto della Pagina

Comunicato Stampa del Consiglio del 30/06/2020

Il sito di raccolta Asìa di Via Nuova Brecce non ospiterà l'umido

riunione sala Nugnes
riunione sala Nugnes

La commissione Ambiente, presieduta da Marco Gaudini, si è riunita oggi in Via Verdi per esaminare il tema dell’ampliamento del Centro di raccolta Asìa nel sito ex ICM di Via Nuova Brecce. Presente l’assessore all’Ambiente Raffaele Del Giudice, che ha illustrato la delibera chiarendo che il sito non ospiterà mai più la frazione umida, come avvenuto durante i periodi critici conseguenti alla chiusura dell’inceneritore di Acerra e alle difficoltà createsi con i siti di compostaggio che normalmente ricevono la frazione umida di Napoli. Anche la presidente di Asìa, Maria De Marco, ha confermato questo impegno in un breve saluto, prima di lasciare la riunione per un importante consiglio di amministrazione dell’azienda dei rifiuti. Quest’ultima è stata rappresentata oggi dal responsabile del settore per Asìa, l’ingegner Eugenio Ferrandino.

Importante entrare nel merito della delibera (la n. 195 del 18 giugno 2020) con la quale la Giunta ha deciso l’ampliamento del Centro di Raccolta, ha spiegato il presidente Marco Gaudini: l’obiettivo è dissipare le preoccupazioni dei cittadini in merito a un sito che, come la commissione stessa verificò nel corso di un sopralluogo, fino allo scorso novembre è stato utilizzato come sito di stoccaggio anche della frazione umida, con conseguenti proteste degli abitanti.

Un equivoco, secondo l’assessore Del Giudice, ha generato nuovo allarme tra i cittadini: un quotidiano ha infatti riportato, tra i rifiuti depositabili nel sito, anche la frazione umida. La posizione dell’Amministrazione è diversa: come per le altre dieci isole ecologiche cittadine, il sito non ospiterà mai nessun cassone per l’umido.

Sono centinaia, ha specificato l’ingegner Ferrandino, i codici dei rifiuti che vengono classificati nelle autorizzazioni ministeriali e che non sono di fatto raccolti nelle isole ecologiche: circostanza che i cittadini, e il comitato che li rappresenta, hanno potuto verificare più di una volta proprio presso il sito di Via Nuova Brecce.

Il vecchio sito di stoccaggio Icm, ha chiarito Del Giudice, non esiste più; al suo posto si sta realizzando un polo logistico che supporterà le altre isole ecologiche per poi diventare a sua volta l’undicesima isola ecologica cittadina, dopo lavori che riadatteranno le due “vasche” esistenti in modo da poter ospitare anche gli “ingombranti”, così come avviene nelle altre dieci isole ecologiche. Non è neanche in discussione l’impegno fattivo che l’Amministrazione dedica a Napoli Est, oggetto di molteplici interventi, elencati dall’assessore in risposta alle annotazioni critiche venute dal dibattito sull’assenza di iniziative contro il degrado della zona post industriale. Quanto al sito ex Icm, ha concluso l’assessore, “Centro di Raccolta”, “Isola Ecologica” e “Polo logistico” sono termini equivalenti, ma sicuramente non si tratta di discariche, così come, sicuramente per errore, ha titolato il principale quotidiano cittadino.

Le ambiguità terminologiche, ha spiegato la consigliera Marta Matano (Movimento 5 Stelle) sono solo uno degli aspetti della delibera che inducono a richiedere che l'atto venga ritirato e riformulato; magari il nuovo testo potrebbe fare riferimento esplicito al “Protocollo” stipulato con i cittadini che si sono mobilitati per i miasmi che nello scorso autunno appestarono la zona e che furono anche oggetto di una interpellanza urgente di 52 senatori, tra cui il compianto professor Ortolani. Non si può infierire, con centri di deposito di rifiuti e con impianti di compostaggio, su Napoli Est, una zona completamente devastata nei decenni scorsi.

Altri consiglieri sono intervenuti nel dibattito, allargando la discussione alla gestione complessiva dei rifiuti.

Per Domenico Palmieri (Napoli Popolare) lo spettacolo che il sito offrì lo scorso autunno con il trattamento a cielo aperto di rifiuti, attuato dal personale in condizioni disumane, va scongiurato a ogni costo, e andrebbe opportunamente valutata la possibilità di costruire per Napoli un impianto di incenerimento dei rifiuti di ultima generazione.

Non c’è alternativa, ha invece argomentato Francesco Vernetti (DemA), a un percorso virtuoso di riduzione dei rifiuti.

Se la stessa Unione Europea definisce come superata la tecnologia degli inceneritori, e la Regione, dal canto suo, ha rivisto il Piano Rifiuti escludendo gli inceneritori a favore di altra tipologia di impianti, ha concluso su questo il presidente Gaudini, sta di fatto che non si riuscirà a gestire correttamente il ciclo dei rifiuti senza costruire gli impianti di compostaggio.

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO