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Memorie di palazzo. Mostra fotografica di Antonella Cappuccio e Filippo Cristallo

PAN | Palazzo Arti Napoli, dal 24 agosto al 2 settembre 2018. Inaugurazione 24 agosto ore 17.00

 
Locandina della mostra
Memorie di palazzo è un progetto di Antonella Cappuccio e Filippo Cristallo che si propone di raccontare attraverso volti, oggetti, azioni, il mondo racchiuso nei limitati metri quadri delle portinerie del centro di Napoli e Milano.
Ovunque ci si trovi, nel quartiere Magenta, residenza della buona borghesia meneghina o nel popolarissimo cuore antico di Napoli, le portinerie conservano il loro carattere di microcosmi, che tanto cinema e letteratura hanno ispirato.   “Una città senza portinaie, non ha storia, non ha gusto, è insipida, come una minestra senza pepe né sale, una ratatouille informe”, scriveva  Cèline nel suo Viaggio al termine della notte, scoprendo Manhattan senza portinerie. Le foto restituiscono non solo i variegati ambienti delle guardiole, ma anche l’immagine dei custodi che le abitano, palesando una prima significativa differenza tra le due città: nel capoluogo lombardo il mestiere del portinaio, “a rischio di estinzione”, ha subito negli ultimi anni un’inversione di rotta. La maggior parte dei custodi  è straniera, di nazionalità filippina, srilankese, peruviana e albanese. Siamo lontani dalla Milano di Gadda, dalle portinaie de L’Adalgisa ma la funzione sociale della portineria in molti casi è rimasta la stessa. A Napoli la figura del “guardaportoni” non ha subito grandi cambiamenti rispetto alla descrizione che ci ha lasciato Matilde Serao ne Il ventre di Napoli : “Per disimpegnare gli obblighi del proprio mestiere, svariati e non senza difficoltà, i portinai napoletani adoperano la sveltezza naturale del loro ingegno, fanno le ambasciate, distribuiscono le carte da visita, dividono le lettere e i giornali...” “La portineria bene avviata, con gli inquilini che vanno e vengono” citando Totò, nei panni del portinaio Antonio Bonocore de “La banda degli onesti”, a Napoli si eredita, passa di padre in figlio, veri e propri archivi ambulanti di vita condominiale tra strada e casa.
In collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
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