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Erri De Luca: "Noi di Mediterraneo"

Lunedi 16 ottobre 2017 ore 18.00

Complesso Monumentale Donnaregina Museo Diocesano - Largo Donnaregina

L'Unione Cattolica Artisti Italiani organizza InterArtes 2017: dialoghi tra le arti
Incontri con personalità della cultura e delle arti

Lunedi 16 ottobre 2017 ore 18.00
Erri De Luca
"Noi di Mediterraneo"
Cardinale Crescenzio Sepe
Arcivescovo Metropolita di Napoli

Erri.
E' chiaro che uno che si chiama Erri e si scrive Erri e non Harry, lo fa proprio per gentilezza e riguardo alla sua città!
Per amore carnale verso la sua gente!
Chè non essendoci più l'aspirazione e la scivolata della doppia erre della lingua inglese o meglio americana, cessa l'ebrezza talvolta preoccupante del whisky e rimane il sollievo del salvatore!
Perché Erri, come i soldati americani, ha dolcezza e consistenza di salvatore quando lo leggiamo sentiamo la nostra cadenza! Si capisce che è una lingua italiana che viene con garbo dal napoletano, parlato meno velocemente e scandendo bene tutte le parole, perché sono sempre parole d'amore, come la canzone, e vale assai la pena di scandirle, anche nel silenzio delle parole scritte!
Che lui è un Poeta più che uno scrittore.
Ed è anche una persona di famiglia!
Che già dal primo libro è venuto ad abitare nella nostra casa, e con lui parliamo, e ridiamo e piangiamo, e aspettiamo quella parola di consolazione, quel racconto che ci riappacifica come la mano che passa sul petto e scaccia ogni cattivo pensiero!
Lui, Erri, uomo di mare è scalatore di montagne.
Lui poeta dell'anima è operaio che si sveglia nel cuore della notte e va in fabbrica a spezzarsi le ossa e così si fa parente della nostra fatica!
Lui che si professa non credente ha imparato la lingua di Dio per raccontarlo a chi crede con più precisione, con più verità!
Così fanno solo i poeti e gli uomini di pace: sono tutto, si fanno tutto a tutti. Completano il cerchio. Finiscono il lavoro. Acquietano l'abbrivio della creazione. Fanno un punto. Un luogo di ristoro dove non uno è giudicato.
Sicché Erri è il nostro parente poeta e scalatore.
Ha scalato tante montagne e le onde di tanti mari, e ha scalato amori come le scalinate senza ascensore dei palazzi di Montedidio, ha scalato la musica divenendo delicato cantore da bambino stonato, ha scalato la sua riservatezza col sorridere ogni giorno a tutti quelli che incontra in mezzo alle sue parole!
A noi non resta che scalare per amore l'amabile parete delle sue magnifiche rughe, e cercare un anfratto nei pressi dei suoi occhi chiari.
Così.
Per esser certi che sorrida sempre!
Chè se diventa triste, noi ......cadiamo!
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