Comune di Napoli - L'Armonia delle cose nascoste di Carlo Marrale
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L'Armonia delle cose nascoste di Carlo Marrale

Dal 18 al 28 maggio nel Foyer del PAN

La Mostra organizzata in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli s'inaugurerà giovedì 18 maggio alle 17.30

Non potremmo certo chiamare fotografie, quelle realizzate da Carlo Marrale, bensì opere fotografiche, dove il fine non consiste nell'abilità dell'uso della macchina, destinata a fissare la realtà nella sua apparenza, bensì si eleva a pura arte, capace di evocare realtà profonde e misteriose. Di fatto egli usa il mezzo fotografico come il musicista lo strumento e il pittore il pennello. Forse persino con un po' più di maestrìa, dal momento che l'effetto ottenuto è tale da trascendere il mezzo con cui è stato realizzato, rendendolo non facilmente individuabile.
Le sue opere, infatti, parlano il linguaggio simbolico dei colori e quello sublime della musica, che non rappresenta né definisce, ma apre mondi all'emozione, all'intuizione e all'interpretazione personali: è l'espressione artistica della non-forma, che non solo comunica senza parole o immagini definite, ma soprattutto porta alla luce il mondo interiore di ciascuno attraverso vibrazioni cromatiche e suggestioni.
La lettura dell'opera si trasforma così in auto rivelazione dell'osservatore stesso, che vede fuori ciò che in realtà ha dentro. Poiché i colori (sono il linguaggio emozionale dell'inconscio), come li definì Max Luscher, cioè sono l'espressione naturale ed istintiva degli stati d'animo di ogni essere umano ( a ciascuna emozione corrisponde un colore), è proprio questo livello della psiche che viene raggiunto dal messaggio cromatico e da qui affiora la risposta, non facilmente spiegabile in termini razionali, che ci fa dire "mi piace!".
L'arte di Marrale sceglie il particolare e lo ingrandisce, al punto tale che esso si trasfigura e si muta in altro: il microcosmo diviene macrocosmo, l'insignificante acquista significato e il nulla si rivela tutto.
Così una molecola di ruggine o di vernice si trasforma in vastità di suggestioni emotive e interpretative, in cui aleggia (L'Armonia delle cose nascoste), nascoste non fuori, ma dentro di noi.