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167esimo Universo, a sinistra. Mostra di Sergio Williams

Al PAN dal 3 al 15 febbraio

Inaugurazione Mercoledì 3 febbraio ore 17.30

Il PAN/Palazzo delle Arti Napoli ospita a partire da mercoledì 3 febbraio fino al 15 febbraio 2016 la mostra personale "167esimo Universo, a sinistra" del pittore Sergio Williams. La mostra, una "quasi antologica", presenta la produzione artistica più recente assieme ad alcune opere più datate, le più rappresentative secondo l' artista del suo lavoro nel periodo '80/'90. Agli inizi degli anni '80, quando l'artista iniziò a esporre, egli chiamò le sue opere "paesaggi impossibili" o "fantascapes", come se fossero finestre che si aprivano su mondi paralleli o appartenenti ad altre dimensioni. L'artista è attivo sulla scena artistica da molti anni e ha esposto in Italia
e all'estero partecipando anche a varie manifestazioni e fiere d'arte. Ha esposto in personali e collettive in Italia: Napoli, Roma, Milano, Torino, Bologna, Arezzo, adova, Treviso e Bari. All'estero ha esposto in personali nelle città di Heidelberg e Düsseldorf in Germania. Ha partecipato a varie fiere d'arte internazionali; solo per citarne alcune, Fiera d'Arte di Bologna, Fiera d'Arte di Padova, Fiera d'Arte di Bari,  Fiera d'Arte di Gent (Belgio),  Fiera d'Arte di Barcellona (Spagna). Ha partecipato alla Sesta Biennale d'Arte di Montecarlo 2014, alla Mostra Internazionale tenutasi nella "Haus der Kunst" (2011, Monaco di Baviera) e infine alla Mostra Internazionale sul Surrealismo a Punkaharju (Finlandia).
Ultimamente la sua ricerca si concentra sulle "foreste azzurre" e i deserti. Il titolo di questa mostra è volutamente fuorviante e ironico: non si può accedere a centinaia o migliaia di universi paralleli semplicemente entrando in "gates" d'aeroporto con una carta d'imbarco. Solo l'artista o il visionario ha la cittadinanza o il passaporto per entrare o uscire da questi mondi ma tutto questo è pur sempre aleatorio. Ciò è forse possibile nel mondo delle radici della pittura. Lo sconfinamento da territori familiari che sono retti da leggi fisiche e inviolabili, attraverso soglie umbratili e volatili, dove avviene lo smottamento visivo, squassa per sempre le nostre certezze. Lo sradicamento è assoluto. Il lavoro di questo artista ha interessato vari critici come Vitaliano Corbi, Matteo D'Ambrosio, Michele Loffredo, Antonio Filippetti, Antonio Grieco e altri. Scrive il critico Antonio Grieco nel suo saggio "Appunti sulla pittura di Sergio Williams": "Una considerazione di Gombrich può rivelarsi preziosa, quando osserviamo la perfezione dei dipinti di Sergio Williams o riflettiamo su quell'inaspettato senso di spaesamento che provocano negli estimatori della sua pittura. Il grande storico dell'arte austriaco, ripensando alla magistrale descrizione del "Purgatorio", in cui il conflitto tra illusione e realtà veniva superato dalla capacità dell'arte di riconciliare il senso della visione con altri sensi, notò che in quel caso la perfezione dell'illusione segnava anche l'ora della disillusione. La finzione, cioè, portata ai limiti estremi e non essendo più possibile distinguerla dalla realtà, negava se stessa, generando un sottile sentimento di vuoto, d'inquietudine. Questo
procedimento analitico, ci sembra sia anche alla base della ricerca di Williams, e spiega perché la sua pittura nasconde e sottintende, come i mondi illusori della "Commedia", molte domande sul senso dell'esperienza artistica e della nostra stessa esistenza. "E conclude: "Ciò che più meraviglia nelle opere di Williams è che i colori, nella loro rapida apparizione, lasciano talvolta trasparire anche la trama della tela. Come se nella scoperta di un'alba primigenia del mondo, l'artista desideri prima di ogni cosa riaffermare che la sua pittura si svolge pur sempre su quel labile confine della virtualità, dove si incontrano, e vicendevolmente si scambiano, immaginario e reale, arte e vita".
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