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Papa Francesco e Napoli

Papa Francesco e Napoli
 
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L'attesa. Quella per la visita del Papa era nell'aria da mesi, dal giorno dell'annuncio che Francesco aveva deciso divenire a Napoli in visita pastorale. E così, con la partenza della macchina organizzativa che ha messo a lavorare insieme centinaia di persone tra Vaticano, Curia, Comune e Forze dell'Ordine, è cominciato il conto alla rovescia in vista del 21 marzo, il giorno programmato. Un evento molto atteso non solo per la sua valenza simbolica, visto che la città aveva già accolto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma per l'entusiasmo che questo Pontefice ha dimostrato di saper suscitare nella gente già a partire dal giorno della sua elezione, due anni fa.

 
 

Da subito la curiosità di poter avere l'opportunità di vederlo da vicino si è diffusa tra i napoletani, non solo credenti, come hanno dimostrato i numeri delle presenze ai diversi appuntamenti che hanno scandito la giornata di Francesco in città e le richieste di accesso agli eventi aperti solo a gruppi ristretti di persone.

 
Papa Francesco saluta la folla in attesa



Già dalle prime ore di sabato 21 marzo, primo giorno di primavera, nelle vie interessate dal passaggio del Papa ormai blindate, la gente era per strada. Anziani, bambini, disabili, con accompagnatori al seguito nei casi di maggiore gravità, famiglie, gruppi parrocchiali, tutti in movimento per esserci, da protagonisti o semplicemente per curiosità, tutti anche solo per vedere passare Papa Francesco.

 
 
 
 
Papa Francesco sulla papamobile


 
Il Papa con il sindaco de Magistris
(Foto di Stefano Wurzburger)
 
 

Papa Francesco ha cominciato la sua giornata napoletana già alle 9, prima tappa Scampia, dove il Sindaco Luigi de Magistris gli ha consegnato le chiavi della città,  e dove ha pronunciato le prime parole del messaggio di speranza che ha poi declinato in modo diverso nel corso dei successivi appuntamenti.

 
Papa Francesco con i bambini a Scampia
 

E in ognuno di essi ha ripetuto con insistenza che il cambiamento è possibile, che sperare in un'esistenza diversa, finalmente liberi dalla schiavitù del denaro mal guadagnato, del successo effimero, della felicità ad ogni costo che passa per la perdita del rispetto di sé e del prossimo, non è un'impresa, ma una scelta a portata di mano. Anche qui, a Napoli, dove ogni cosa sembra più difficile. E lo ha detto chiaramente, nel suo stile essenziale, con parole semplici, dirette, consolatorie, a volte di rottura, ma mai scontate. Come quando, in Piazza del Plebiscito, ha detto "Non lasciatevi rubare la speranza!"

Piazza del Plebiscito
 

Parole e gesti, parole e sorrisi, strette di mano e abbracci, distribuiti ai passanti, alle famiglie, ai single, ai detenuti, al clero e alle suore di clausura, agli ammalati, ai giovani, ai bambini, ai rappresentanti delle istituzioni mischiati in mezzo alla folla.  E, sempre, parole di incoraggiamento e speranza, rivolte al futuro, come quando, sul lungomare, si è rivolto ai giovani dicendo: "Preghiamo per i giovani, oggi è il giorno della primavera, giorno della speranza, giorno dei giovani;  ogni primavera si riprende la strada della gioventù, si fiorisce un'altra volta."

 
Il Papa con i giovani sul lungomare
Il Papa al Duomo di Napoli
 
 

Intorno, a fare da sfondo, la città di sempre, con la sua ordinarietà fatta di problemi, ma che ha mostrato, come già in altre occasioni, la sua parte migliore fatta di organizzazione, efficienza, entusiasmo, volontariato. Aspetti che Francesco, Pontefice pellegrino, abituato alle strade del Nord come del Sud del mondo, ha notato ed apprezzato, tanto da voler dedicare le sue parole prima di ripartire per Roma in elicottero dalla Stazione Marittima proprio alla gratitudine per l'accoglienza ricevuta. Un messaggio consegnato al Sindaco de Magistris e da lui girato ai napoletani, ringraziati anche il giorno dopo durante la recita dell'Angelus in piazza San Pietro.

 
Papa Francesco in partenza con l'elicottero dalla stazione marittima

La visita del Papa a Napoli in sintesi video

 
 
Dove non diversamente indicato le fotografie sono di Velia Cammarano e Antonio Capuozzo
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