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geologia e geomorfologia

Il cratere degli Astroni appartiene al distretto vulcanico dei Campi Flegrei ed è stato generato a seguito di 7 eruzioni successive, avvenute tra 4.100 e 3.800 anni fa. L'edificio craterico risulta perfettamente conservato e presenta un orlo di forma ovale, con un'estensione di 247 ettari, un perimetro di circa 6 km, un diametro massimo di circa 2 km e un dislivello compreso tra 9 metri e 261 metri s.l.m. (sperone di Torre Nocera).
 
Il cratere viene definito "anello di cenere" poiché è costituito prevalentemente da ceneri e scorie vulcaniche originate da grandi eruzioni freato-magmatiche, cioè caratterizzate dal contatto tra magma incandescente e falda acquifera presente nel sottosuolo. È proprio a seguito di queste eruzioni particolarmente violente che tutti i crateri dell'area flegrea non presentano la classica struttura a "cono" e sono difficilmente rintracciabili rocce laviche. Gli Astroni sono uno dei pochi siti dove è possibile osservare queste lave dette "trachiti", che costituiscono una parete rocciosa denominata "la Caprara" o "cava trachitica", in quanto utilizzata in passato per lo sfruttamento edilizio delle rocce ivi presenti.
 
Sul fondo del cratere sono presenti tre rilievi detti "colle dell'Imperatrice" (76 m s.l.m.), "colle della Rotondella" (59 m s.l.m.) e i "Pagliaroni" (17 m s.l.m.), costituiti essenzialmente da scorie vulcaniche. Nella parte più bassa del cratere sono presenti tre piccoli specchi d'acqua denominati "lago Grande", "Cofaniello piccolo" e "Cofaniello grande", tutti privi di sorgenti ed alimentati esclusivamente dalla falda acquifera sottostante. Le sorgenti termali, di cui esistono testimonianze storiche risalenti al XIII secolo, sono completamente scomparse.
 
Sebbene gli Astroni non presentino più attività di tipo vulcanico, l'Osservatorio Vesuviano vi conduce da anni attività di ricerca per meglio comprendere le possibili evoluzioni di tutta l'area flegrea.